Zaccheo, il sicomoro e noi...
XXXI Domenica del Tempo Ordinario anno C
(Sir. 35,15b-17,20-22a; sal.144; 2Tim.4,6-8.16-18; Lc.18,9-14)
Il libro della Sapienza ci presenta Dio nella sua infinita grandezza e sapienza: Egli è l’ideatore e il Creatore unico dell’universo "Tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come goccia di rugiada mattutina caduta sulla terra… Tu ami tutte le cose… Signore, amante della vita" (vv. 24-26) Ma ancora di più la grandezza di Dio si rivela nella sua infinita bontà, pazienza e misericordia: "Hai compassione di tutti… Tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la cattiveria, credano in Te, Signore!" (v. 2) Nella pagina del Vangelo, Gesù completa la rivelazione della bontà di Dio Padre nel suo incontro con Zaccheo, un pubblicano, un affarista, approfittatore nella sua professione, tanto che si è attirato l'antipatia della gente. Gesù si ferma sotto un sicomoro, una pianta dall’ampio tronco corto, dai rami bassi, e con un fogliame molto intenso, sulla quale Zaccheo si è arrampicato; fissa il suo sguardo su di lui, lo chiama per nome e si autoinvita a casa sua. Gli offre la sua amicizia. La gente si meraviglia della bontà di Gesù e si scandalizza: "E' andato in casa di un peccatore!”. Ma né a Gesù, nè tanto meno a Zaccheo gliene poteva importare più di tanto. Costui ha in mente di meglio: vuole finalmente raggiungere la gioia nel cuore, la liberazione dal rimorso di quelle ingiustizie fatte a danno di tanti e dal peso della ricchezza ingiustamente accumulata, ritrovare con i compaesani relazioni sane e sincere, essere accolto con calore e affetto, come quel sicomoro sul quale è salito, accoglie la sua persona dentro la bellezza del ricco fogliame e della solidità del tronco. Per questo è pronto a mettersi in gioco: "Ecco Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri, e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto!" (v. 8) Certo qualcuno avrà pensato che è uno poco furbo, che non sa vivere; qualcun altro addirittura che è una pazzia da ricco, abbassare il proprio patrimonio per farsi solidale con gli altri o per riparare le proprie cose disoneste…ma tant’è, così va il mondo. Sta di fatto che ogni volta che si incontra l’amore, si cambia; soprattutto quando ci si scopre amati, e ancor di più cercati perchè amati da Dio! Infatti al richiamo di Gesù, Zaccheo scende in fretta, gli apre subito la porta di casa "lo accoglie pieno di gioia", soprattutto gli apre il cuore e mette in pratica ciò che Gesù gli dice, lascia cioè che la grazia lo converta.. Vi è qui, innanzitutto,un primo, immediato e fondamentale insegnamento per noi. Per portare a termine i nostri buoni propositi, per realizzare con decisione e coerenza un cammino di fede serio e convincente, che abbia il coraggio di Zaccheo, e pertanto non superficiale, non accomodante, non fatto di compromessi, dobbiamo affrontare il disagio di una rottura con l'ambiente che ci circonda, spesso anche quello vicino a noi, troppo abituato, ahimè, a mettere insieme il diavolo con l’acqua santa, gli atti di culto con una doppia vita. Chi sceglie di servire Gesù, deve attendersi il rifiuto da parte di tanti, perfino l’incomprensione di quelli della propria casa. E’ un rischio questo, che non dobbiamo aver paura di affrontare. La tentazione di apparire dei buoni cristiani, ma di vivere dentro e fuori una vita tutt’altro che evangelica è forte…La concupiscenza degli occhi, la concupiscenza della carne e la superbia della vita(1Gv.2,12-16) richiedono da parte della persona credente molta lotta e preghiera, ma il risultato è una pace e una gioia profonde che il mondo né capisce, né può togliere e che anche un peccatore incallito come Zaccheo può conquistare se si apre sinceramente e coraggiosamente a Cristo che è via, verità e vita. Chi ama la normalità, il livellamento, la politica del "tutto facile", non deve iscriversi tra i seguaci di Gesù. Perché Gesù è scandalo, Gesù è paradosso, Gesù è croce. "O Gesù, mandaci dei pazzi...", ha scritto Lebret, gente che non abbia paura di compromettersi, di uscire dalla normalità, dal comodismo. Signore, mandaci persone capaci di superare la mediocrità, il compromesso, la vita facile, che sappiano essere chiare con se stesse e con Te. Certamente anche ognuno di noi avrà sperimentato in cuor suo, almeno una volta, ma credo anche più, il desiderio di incontrare Gesù, ma senza rendersi conto che Gesù forse già in mille forme ci stava incontrando, che Gesù già era lì sulla nostra strada: in quel nostro desiderio di cambiare vita, di chiudere con una situazione morale che ci porta verso il basso, di aiutare un povero, di chiarire un dubbio. Quante volte anche noi siamo saliti sul sicomoro della parola di Dio per vederLo, incontrarlo, conoscerLo meglio. La catechesi, la Liturgia, il dialogo con un sacerdote, una omelia che ci ha colpito, una correzione fraterna, sono tutti sicomori sotto i quali Gesù si è fermato e ci ha detto: “Oggi debbo fermarmi a casa tua!". E noi, che cosa ne abbiamo fatto di questa bella opportunità di incontrarci con Cristo? Questa volta la lezione viene da Zaccheo, da un peccatore, data a noi che ci crediamo giusti e non bisognosi di alcun sicomoro..