Una questione di cuore - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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Fiumi d'acqua viva...

Una questione di cuore
Solennità della Santissima Trinità anno C
(Pv. 8,22-31; sal. 8;Rm. 5,1-5;Gv. 16,12-15)

Dio, Dio, se lo vedessi, se lo sentissi!” Sono queste le parole che il famoso “Innominato” dei Promessi Sposi rivolge al cardinal Federigo. Chissà quante volte abbiamo coltivato anche noi questo desiderio di vedere Dio. Com'è fatto veramente Dio? La questione è importante. Il nostro modo di credere e di pensare Dio, influenza totalmente il nostro modo di essere, la nostra maniera di comportarci, il nostro modo di vedere noi stessi, il mondo e i nostri simili… Per questo, da  sempre, le creature umane dalle menti più illuminate alle persone più semplici, si sono poste delle domande su Dio, sapendo di non essere in grado di avere una risposta semplice. Un filosofo, André Compte-Sponville, sintetizza così il problema: "Due questioni, a proposito di Dio, si impongono prima di tutto: quella della sua definizione, e quella della sua esistenza. Nessuna scienza sa rispondervi, né lo saprà mai. Non è un motivo per rinunciare a pensarci. Nessuna scienza sa neppure dirci come vivere, né come morire. Non è una ragione per vivere o morire in un modo qualsiasi" (Lo spirito dell'ateismo, 62). Una cosa però sappiamo: Dio non è un enigma e non gioca a nascondino con gli uomini. Vuole che noi lo conosciamo. Perché cercare la verità è un dovere. Gesù l'ha detto e ripetuto. Stando ai Vangeli, egli non si scandalizza quando chi lo ascolta e i suoi discepoli lo interrogano sull'identità sua e del Padre. Al contrario, è lui stesso a provocare le domande. Conoscere Dio è l'essenziale. Gesù lo afferma chiaramente: "La vita eterna è questo: conoscere te, l'unico vero Dio e conoscere colui che tu hai mandato, Gesù Cristo" (Gv. 17).Gesù afferma un giorno: "C'è poi il Padre che mi ha mandato: anche lui ha testimoniato a mio favore, ma voi non avete mai ascoltato la sua voce e non avete mai visto il suo volto. La sua parola non è radicata in voi, perché voi non avete fede nel Figlio che egli ha mandato. A me non importa affatto l’approvazione  degli uomini. D'altra parte io vi conosco: so bene che non amate Dio".(Gv. 5,36-39) Chi sono gli ascoltatori? A chi sono rivolte queste parole piuttosto dure che sanno di rimprovero? A brave persone, a gente considerata perbene. Gente di Dio dalla nascita. Ma sono rimasti al sacerdozio di Aronne: "Gli Israeliti videro che Mosè tardava a scendere dalla montagna; allora si riunirono intorno ad Aronne e gli dissero: "Su, costruisci per noi un dio che ci guidi. Ormai non sappiamo che fine abbia fatto quel Mosè che ci ha portati fuori dell'Egitto". Aronne disse loro: "Raccogliete gli anelli d'oro che le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie portano agli orecchi e dateli a me".'Tutta la gente si tolse gli anelli e li portò da Aronne. Egli li prese, li fece fondere e fabbricò la statua di un vitello. Allora dissero: " O Israeliti, ecco il vostro Dio, che ci ha fatto uscire dall'Egitto!". Quando Aronne vide questo, costruì un altare davanti al vitello; poi proclamò: "Domani è festa in onore del Signore". Il giorno dopo, al mattino presto, gli Israeliti bruciarono sacrifici completi e ne offrirono altri per il banchetto sacro. Poi si sedettero per mangiare e per bere: alla fine si misero a far festa" (Es 32, 1-6).Un dio a nostro uso e consumo è certamente più comodo del Dio di Gesù. Se l'avessimo inventato noi, Dio sarebbe di sicuro molto somigliante al vitello d'oro. L'avessimo inventato noi, non saremmo qui a Parlare di Santissima Trinità. Durante una lezione di catechismo fu domandato ad un bambino: Dio è una persona? Noo! - rispose. Chi è dunque  incalzò allarmato il Sacerdote. Dio è una famiglia, rispose con sicurezza il marmocchio. Infatti: Dio è la Famiglia trinitaria. Non può esserci amore se non tra due o più persone; se dunque "Dio è amore", ci deve essere in lui uno che ama, uno che è amato e l'amore che li unisce. I cristiani sono anch'essi monoteisti; credono in un Dio che è unico, ma non solitario. Chi amerebbe Dio se fosse assolutamente solo? Forse se stesso? Ma allora il suo non sarebbe amore, ma egoismo, o narcisismo. Pensare a Dio come a Trinità, significa allora pensare a Dio come ad un vortice d'amore che tutto attira e tutto unisce, che tutto opera con Amore e per Amore, che con il suo Spirito d’amore, sa fondere in unità armoniosa anche le espressioni più diverse. Dire Dio, è dire Comunione, fecondità donante e accogliente. Era infatti proprio questa l'esperienza della gente davanti a Gesù, il Figlio di Dio, ripieno di Spirito Santo fin dalla nascita: così amabile e così vincolante, così tenero e così severo, così serio nella solitaria preghiera notturna e così allegro nei banchetti, così sovranamente intransigente con i demoni e così fraterno con donne e bambini, così santo nell'eliminazione assoluta di ogni forma di sporcizia, così liberatorio nel perdono dei peccatori. Perciò era una fortuna incontrare Gesù e sperimentare la fine di ogni blocco e di ogni malattia. La Trinità non è una questione di testa, ma di cuore, è il grande “Cuore di Dio”.


Don Roberto Zambolin


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