Un sogno dentro quella stella
EPIFANIA DEL SIGNORE
anno B
(Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef.3,2-3a. 5-6; Mt.2,1-12)
Due sono i "pilasti" della nostra fede: il mistero della Incarnazione di Cristo, quello che stiamo celebrando in questo tempo natalizio, di un Dio che si manifesta sotto le sembianze di un inerme bambino; e la passione- morte e Risurrezione di Gesù; questo uomo- Dio che si è fatto Bambino per noi, condividendo la nostra vita e la nostra storia, è risorto, ha vinto la morte e ogni forma di malattia fisica e spirituale. Per questo, molto opportunamente, la liturgia, oggi, invita, dopo la lettura del Vangelo, a dare l'annuncio del giorno di Pasqua. Il vivere in pienezza la luce della Resurrezione è condizionato dalla piena accettazione della fragile umanità del Bambinello di Betlemme. Nel racconto evangelico dell’Epifania, infatti, emergono con chiarezza tre reazioni diverse all'annuncio della nascita di Gesù: quella di Erode, quella dei sacerdoti, e quella dei magi. Anzitutto Erode. Egli, appena saputa la cosa, "si turba", (Mt. 2,2) convoca una seduta dei sacerdoti e dei dotti, ma non per conoscere la verità, bensì per ordire un inganno. Erode rappresenta la persona che ha già fatto la sua scelta. Tra la volontà di Dio e la sua, egli ha chiaramente scelto la sua. Non vede che il proprio tornaconto, ed è deciso a stroncare qualsiasi cosa che minacci di turbare "lo status quo". Anche ordinare la strage degli innocenti doveva sembrargli, come a tanti altri dittatori della storia, una misura richiesta dal bene pubblico, moralmente giustificata. Da questo punto di vista il mondo è pieno anche oggi di "Erodi"; è pieno di persone "autoreferenziali", di gente ammalata di super-io che deve per forza imporre agli altri la propria volontà: a volte con la prepotenza, a volte con la forza fisica, a volte con raggiri psicologici, a volte con sottili forme di ricatto affettivo o morale, a volte coltivando interessi economici, a volte attraverso i mass-media. Attenzione: vigiliamo tutti,e manteniamo sempre il senso critico, perché certe idee, certe visioni della persona, della vita, del mondo le beviamo senza accorgerci e, spesso, entrano in noi…avvelenandoci la mente, il cuore, le relazioni, le scelte. Quanta luce serve, quanto discernimento, per capire. Passiamo all'atteggiamento dei sacerdoti e degli scribi. Consultati da Erode e dai Magi per sapere dove sarebbe nato il Messia, essi non hanno esitazione nel dare la risposta giusta. Sanno dove è nato il Messia; sono in grado di indicarlo anche agli altri; ma non si muovono. Non vanno di corsa a Betlemme, come ci si sarebbe aspettato da persone che attendevano la venuta del Messia, ma restano comodamente a Gerusalemme. "Andate, dicono, e poi riferiteci...".(Mt. 2,8). Si comportano come i cartelli stradali: indicano la via da seguire, ma restano immobili ai lati della strada. Vediamo simboleggiato in essi un atteggiamento diffuso anche tra noi. Sappiamo bene cosa comporta seguire Gesù, "andare dietro a Lui" e, all'occorrenza, lo sappiamo spiegare anche agli altri, ma ci manca il coraggio e la radicalità di metterlo in pratica fino in fondo. Se ogni battezzato è per ciò stesso un testimone di Cristo, allora l'atteggiamento dei sommi sacerdoti e degli scribi deve far riflettere tutti. Siamo pieni di curiosità, e di spirito di avventura, di ricerca nei confronti di Gesù Cristo e della vita come i Magi? Seguendo il loro esempio, siamo disposti a lasciarci consigliare e a lasciarci schiodare dalla nostra quotidiana routine per seguire una stella, la stella luminosa del Vangelo che ci sollevi dalla palude del semplice sopravvivere biologico o dalla vita come filosofia del ben-essere puramente umano che finisce per scavarci la nicchia del calduccio personale e/o relazionale? Certo che tutto questo può sembrare un sogno, ma chi ha creduto a questo sogno e ci ha scommesso sopra, come hanno fatto tanti santi, ha fatto anche…sognare l’umanità! La luce che viene dal Vangelo ci può abbagliare, accecare così tanto da sembrare di non cogliere quasi la realtà e ritenere la visione della persona umana e della esistenza un bel sogno; ma solo gli sciocchi si girano dall’altra parte. Il sogno di quella stella, infatti, tiene sveglie le persone sagge, come i Magi, che di fronte alla luce delle Scritture (Mt. 2,5) si interrogano, si sentono spronati, domandano, con una curiosità piena di amore e senso di ricerca della bellezza e della verità; non rimangono fermi sulle loro matematiche certezze, ma si muovono verso il Mistero della vita, perché la vita non è fatta solo di calcoli e di numeri. La luce della stella evangelica li inquieta, non si sentono degli arrivati, persone con idee chiare e distinte una volta per tutte; ma capiscono, da persone intelligenti, che dentro quella luce, in fondo, c’è un sogno che tutti gli uomini e tutte le donne cercano, vi è il senso di tutto il nostro esistere, del nostro agire, del nostro amare, del nostro soffrire, del nostro sperare. Incontrare la "Vita", è incontrare il Tutto della nostra vita. Come i Magi: chi incontra Cristo, ricomprende se stesso e la propria strada sotto un’altra luce.(Mt.2,12) Dà senso a tante cose che sembrano spente, sa distinguere le luci artificiali, da quelle vere. Non vi pare, al riguardo, che nella ricerca di Cristo, Vita nostra, anche noi cristiani, anche noi Chiesa soffriamo talora della grande malattia della mediocrità e del compromesso? Se vogliamo ridare speranza al 2012, se non vogliamo lasciare il nuovo anno sotto il segno di Erode, ribaltiamo con la forza della nostra testimonianza l'andazzo della vita personale e civile. Facciamo come i Magi, come Maria e Giuseppe e i pastori di Betlemme che hanno creduto alla "Luce vera che illumina ogni uomo"(Gv.1,0) e si sono gettati alle spalle tutte le lusinghe e le suggestioni delle tenebre.