Un amico davvero speciale - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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Fiumi d'acqua viva...

Un amico davvero speciale
4° Domenica di Avvento anno B

(2Sam.7,1-5, 8b-2.14a; sal.88; Rm.16,25-27; Lc.1,26-38)


Nella prima lettura di oggi, Davide dice al profeta Natan: "Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l'arca di Dio sta sotto una tenda" (2 Sam 7,1). Dio soffre crisi di alloggio. Il problema della casa, che assilla tanti uomini oggi, è sempre esistito per Dio. Il Creatore dell'universo stellato ha preferito essere l'eterno nomade. Una vita da viandante fu la Sua, continuamente pellegrino lungo le strade del mondo. E, anche quando è venuto in mezzo a noi come Uomo, ebbe difficoltà a trovare una ca­sa. Infatti "Non c'era posto per loro nell'albergo" (Lc 2,7). E per tutta la vita ha affer­mato che: "Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo" (Mt 8,20). Egli stesso volle rivelarci il motivo di questa scelta: "La mia gioia è abitare tra gli uomini". Una delle novità più grosse e straordinarie del Cristianesimo è proprio questa: un Dio che cammina a fianco dell'uomo. Le radici dell'angoscia, che prende tanto spesso i gio­vani di oggi - ma anche gli anziani - trova proprio qui la sua ragion d'essere: i gio­vani si sentono soli, terribilmente soli! Ebbene, il loro vuoto, la loro solitudine pos­sono esser colmati soltanto da una presenza, che si fa amicizia: la presenza di Gesù Amico. Il camminare accanto a noi e per noi diventa coraggio nella nostra sofferen­za e nella nostra fatica, ma anche motivo di gioia e di speranza nelle nostre delusio­ni: Egli è il vero Emanuele, il Dio con noi. Oggi i giovani soffrono immensamente la solitudine: non basta loro la discoteca piena di musica e di gente a riempire il loro cuore: solo quando vengono accolti nella totalità e profondità del loro essere, avver­tono di essere se stessi e di arrivare alla piena conoscenza di sé. Si sentono soli, per­ché nessuno cammina al loro fianco, perché nessuno "parla al loro cuore", "alla loro sete", pronto a dar loro una mano nei momenti di sconforto, di dubbio, di caduta, di scelta. In questa situazione, che avvolge tutta la loro e la nostra esistenza, riesce di grande conforto ciò che il Signore disse a Davide: "Io sono sempre stato con te, do­vunque sei andato" (I Lettura).Non c'è situazione o momento della nostra vita, in cui non possa inserirsi questo Dio: non come un consolatore sentimentale, non come un amico geloso della libertà altrui o come un tiranno che vuole tutto per sé, ma come Amico che dà ampio spazio alla creatività personale e che fa dell'uomo un piccolo dio. Gesù è davvero l'Amico ideale, che riempie tutto e tutti con la sua presenza. Ci è sempre accanto, in mille modi: con le mille presenze che ci circondano e con le mil­le assenze e i tanti vuoti che gridano il desiderio di Lui! Con la sua Parola, piena di spirito santo, continuamente ci invita, perché vuole entrare in una relazione intima e personale con noi. Gesù vuole essere nostro Amico; l'ha dichiarato Lui stesso: "Io non vi chiamerò più servi, ma amici" (Gv 15,15). Dio si è incarnato, affinché la sua amicizia con gli uomini fosse duratura ed efficace. Dio desidera la nostra amicizia perché vuole la nostra gioia e la nostra pace. Conoscere gli altri è curiosità, è cultura; conoscere e amare Gesù, come Amico, è sorgente di felicità. Nella nostra vita sen­tiamo il bisogno di gravitare verso qualcuno, totalmente; ebbene, questo Qualcuno in pienezza, non può essere altri che Gesù. Solo Lui è l'Amico perfetto. Gli altri, an­che se lo sono, tramontano e ci potrebbero lasciare. Egli invece è sempre presente, sempre pronto ad essere con noi, ad accompagnarci in tutta la nostra vita. La solitu­dine è una grande sventura: ma Dio non si ritirerà mai da noi, perché Egli è l'eterno. Basta che non siamo noi ad abbandonarlo. Gesù è l'Amico perfetto, perché tutto do­no per noi. Se conte Uomo si serve della sua tenerezza per capire la nostra umanità, come Dio usa la sua ricchezza e la sua potenza per sostenere la nostra fragilità. "Se vogliamo curare le nostre ferite, Egli è il Medico. Se temiamo la morte, Egli è la Vita. Se abbiamo paura a causa delle tenebre, Egli è la Luce. Se abbiamo bisogno di cibo, Egli è il Pane di vita. Se abbiamo sete ardente di bene, Egli è l'Acqua che disseta per sempre. Se abbiamo bisogno di aiuto, Egli è potenza; se andiamo in cerca di conqui­ste, Egli è il Valore più grande. Se desideriamo affetto, Egli è l'Amore. Se siamo sconsolati, Egli è la gioia; Se vogliamo arrivare al Cielo, Egli è la Via, è delizia di tut­ti i Santi". Gesù è l'Amico perfetto, perché è anche nostro modello: Egli ci innalza con il Suo esempio. Gesù ha uno sguardo acuto, che dal volto passa alla compren­sione del cuore; nello stesso tempo è tenerezza e misericordia. Mostra una intelli­genza pronta, unita ad una volontà tutta protesa al bene e inflessibile di fronte al male; in pari tempo è tutto delicatezza materna nel consolare gli afflitti, i deboli, gli angustiati. Gesù è tutta amabilità e comprensione verso le manchevolezze umane, è tutta indulgenza nel perdonare il male. Fissiamo spesso i nostri sguardi in questo perfetto modello di vita. Dobbiamo scoprire e sentire Gesù come nostro Amico in­timo e personale in ogni circostanza: Amico nella stanchezza, nella lotta, nella tribo­lazione, nella gioia. C'è un angoscioso problema che ha sempre travagliato e trava­glia l'umanità intera: è il problema della fame e della sete, che ogni anno miete mi­lioni di vittime in tutto il mondo. Ma di fronte al problema della farne materiale, esi­ste anche quello della fame e sete di Cristo. Dietro molti tormenti c'è proprio il desi­derio, a volte inconscio e inespresso di Lui. Una ragazza che ritrovò la fede a vent'anni, esprimeva tutto questo in termini pittoreschi ad un'amica non credente. Le diceva: "Quando tu incontri Gesù, sei fritta. Non sei più tu a manovrare i fili. Se non vuoi giocarti la tua libertà, non aprire mai un Vangelo. Perché il giorno in cui Dio ti avrà agganciata, non ti mollerà più".


Don Roberto Zambolin


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