LETTURE PATRISTICHE - Tempo Ordinario
Dai «Trattati sui salmi» di sant'Ilario di Poitiers, vescovo
(Sal 132; PLS 1, 244-245)
Tutti i credenti avevano un cuor solo e un'anima sola
«Ecco
quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!» (Sal
132, 1), perché quando vivono insieme, fraternamente, si riuniscono
nell'assemblea della Chiesa, si sentono concordi nella carità e in un
solo volere.
Leggiamo che agli albori della predicazione
apostolica questo grande precetto era molto sentito e praticato. Si dice
infatti: «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un
cuor solo e un'anima sola» (At 4, 32). In realtà ben si conviene al
popolo di Dio sentirsi fratelli sotto un unico Padre, sentirsi una cosa
sola in un medesimo Spirito, vivere concordi nella stessa casa ed essere
membra vive di uno stesso corpo.
È davvero bello e soave abitare
insieme come fratelli. Il profeta presenta il paragone di questa serena
giocondità dicendo: «Come olio profumato sul capo, che scende sulla
barba di Aronne, che scende sull'orlo della sua veste» (Sal 132, 2).
L'unguento che servì per la consacrazione sacerdotale di Aronne fu
preparato con vari profumi. Dio si compiacque che questa consacrazione
fosse fatta anzitutto per il suo sacerdote e che anche nostro Signore
fosse invisibilmente unto «a preferenza dei suoi eguali» (Sal 44, 8).
Questa unzione non è terrena. Non fu consacrato come si ungevano i re
con il corno pieno di olio profumato, ma «con olio di letizia» (Sal 44,
8). Perciò, dopo questa unzione, Aronne per legge fu chiamato «unto».
Orbene,
come questo unguento, su chiunque venga infuso, scaccia dai cuori gli
spiriti immondi, così mediante l'unzione della carità, noi emaniamo la
concordia, cosa veramente soave a Dio, come afferma l'Apostolo: «Noi
siamo il profumo di Cristo» (2 Cor 2, 15). Come dunque questo unguento
fu gradito a Dio nel primo sacerdote Aronne, così è bello e giocondo che
i fratelli vivano insieme.
Ma l'unguento discende dal capo sulla
barba e la barba è il decoro dell'età virile. È necessario perciò che
noi siamo dei bambini in Cristo unicamente per quel tanto che fu detto,
che siamo bambini cioè solo in quanto privi di malizia, ma adulti
nell'intelligenza e nella sapienza.
L'Apostolo chiama bambini
tutti gli infedeli, perché, non essendo capaci di cibo solido, hanno
ancora bisogno di latte, proprio come dice lo stesso Apostolo: «Vi ho
dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate
capaci e neanche ora lo siete» (1 Cor 3, 2). Noi invece dobbiamo essere
adulti.