REGNARE E’ SERVIRE
SOLENNITA’ DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
( Dn.7,13-14; Sal.92; Ap.1,5-8; Gv.18,33b-37)
Stiamo attraversando tempi bui, difficili e complessi della nostra storia internazionale e nazionale. Pensiamo ai continui attentati a Baghdad, alla situazione in Libano diventata ormai esplosiva, alla situazione in terra santa, alle lotte tribali in Africa, a quanti vengono uccisi in imboscate e attentati; fra costoro parecchi sono i sacerdoti, i missionari, le suore: tutta gente che ha scelto di servire, in ambienti difficili, fino al martirio. E da noi, in Italia, quante violenze si compiono da minorenni e su minorenni in luoghi altamente formativi come la scuola e la famiglia; pensiamo anche alla incapacità di educare delle nostre istituzioni, o alla…capacità diseducativa di certe trasmissioni televisive. Per non dire della crisi della famiglia, ( ogni quattro minuti un matrimonio finisce!) e delle continue lotte di potere nella vita politica ed economica. Insomma avvertiamo tutti un senso di impotenza, di smarrimento e ci sembra quasi che le forze del male prevalgano, regnino, sui buoni .Molta gente semplice, smarrita in questi tempi di angustia si rivolge senz’altro al Signore con le parole del salmo: “ Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarci? Fino a quando ci nasconderai il tuo volto? Fino a quando nell’anima mia proverò affanni, tristezza nel cuore ogni momento? Fino a quando su di me trionferà il nemico? (Salmo 13, 2-3) Eppure Dio non si è pentito di aver creato il mondo e l’uomo, per i quali Cristo ha dato la vita. Per questo Cristo è re dell’universo: re d’amore, re di pace, re di riconciliazione. Cristo regna sul mondo non con la forza, non con la potenza, ma con il servizio umile e silenzioso; non con la prepotenza o la superbia, ma accogliendo tutti soprattutto i piccoli, i poveri, i deboli, i peccatori. Gesù, Figlio di Dio, è totalmente relativo al Padre, ma nello stesso tempo è totalmente relativo al mondo, condividendo tutto di tutti, anche la morte assurda. Il suo Regno è fatto di giusti e di ingiusti, di santi e di peccatori: e Lui non fa parzialità; anzi i giusti devono farsi carico dei più deboli e di coloro che non ce la fanno. Gesù non ha troni d’oro o eserciti al suo servizio che abbiano combattuto per Lui. “ Se il mio Regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei” ( Gv.18,35) Anche Gesù, dunque, non si ritrova in questo mondo di violenze e di sopraffazioni, un mondo che, ricorda,“ Prima di odiare voi ha odiato me”(Gv.15,18) Il mondo porta in sé non solo i germi della morte e del peccato, ma anche quelli della grazia e della speranza. Infatti il sacrificio di Cristo sulla croce e il suo purissimo e altissimo atto di amore, valgono molto di più di tutta la violenza che esiste nel mondo. Se ci guardiamo attorno, pertanto, non esiste solo il male, ma anche tanto bene e in fondo crediamo che il cuore dell’uomo non è malvagio. Come, a volte, lo sia diventato, spesso è mistero non solo a noi ma anche a coloro che operano iniquità. Grazie a Dio sono ancora molte le persone che non si lasciano dominare dal male, che si ribellano a tanti re iniqui, che rinunciano quotidianamente ad una logica di potere, preferendo il servizio. Accanto a divisioni e a discordie, a guerre e a violenze, c’è una “civiltà dell’amore “ che si sta facendo strada. C’è chi dona tempo ed energie ai fratelli più poveri e soli; c’è chi sa perdonare le offese subite e ricominciare. Ci sono ancora molte storie di vite fatte di bontà, di pazienza, di coraggio, di speranza, di impegno verso gli altri. Certo non sempre è capito colui che fatica; a volte sembra un perdente. Nemmeno Gesù è stato compreso sul senso della sua regalità. Così pensavano Giacomo e Giovanni che volevano sedere uno alla destra e l’altro alla sinistra del regno di Cristo; così pensava Pietro, così pensava il popolo che voleva farlo re dopo la moltiplicazione dei pani. Così molte volte pensiamo noi oggi quando sogniamo una Chiesa potente, forte, ricca, quando pensiamo alla diffusione del Vangelo, poggiando su mezzi umani, non sulla forza della Parola. E’ grande nella logica di Cristo non chi siede sul trono, chi comanda, ma chi costruisce rapporti di amore, di comunione. Seguire Gesù sul trono di “una croce”, è stato un cammino difficile per gli apostoli, ma la forza della loro testimonianza fino al martirio è stato seme di nuovi discepoli e di speranza. Al convegno delle chiese d’Italia tenutosi a Verona, si è parlato molto di speranza, della speranza che viene dal Cristo risorto e della speranza che devono dare i cristiani. Pertanto se è vero che noi non dobbiamo mai perdere la speranza, soprattutto non dobbiamo mai mettere in crisi, con la nostra cattiva condotta, la speranza degli altri.