Queste strane tentazioni di Gesù - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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QUESTE STRANE TENTAZIONI DI GESU'
PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA
(Gen.2,7-9;3,1-7; sal.50 Rm.5,12-19;Mt.4,1-11)

Vi sono tre situazioni un po’ strane nel Vangelo di questa prima domenica di quaresima. Cerchiamo di capire. Immediatamente prima, si dice che lo Spirito scende su Gesù e lo riveste di autorevolezza, mentre viene presentato come il “Figlio prediletto del Padre” (Mt. 3,16-17) Poi, è lo stesso Spirito a condurlo nel deserto per essere tentato. Ci chiediamo: ma se Gesù fosse caduto in tentazione, sarebbe stato ancora il Figlio in cui il Padre si sarebbe compiaciuto? Non possiamo infatti pensare fosse scontata la vittoria di Gesù sul male, altrimenti le tentazioni sarebbero una sceneggiata, una finzione e l’andata di Gesù nel deserto una semplice passeggiata….E’ una vera prova, invece, quella alla quale Gesù viene sottoposto, nella consapevolezza che se Lui, per primo, non avesse vissuto la fedeltà al Padre, non avrebbe potuto insegnare nulla a nessuno…Se anche Gesù non avesse conosciuto la fame (Mt.4,3) e la debolezza fisica, e non avesse sperimentato la stessa debolezza spirituale, se come tutti gli uomini anche Lui non fosse stato tentato dal potere (Mt.4,9), dal protagonismo (Mt.4,6), dalla bramosìa del possedere (Mt. 4,3), la sua predicazione sarebbe stata poco credibile e incisiva e la sua stessa presenza nel mondo sarebbe stata inutile “ Proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova “(Ebrei,2,18) Allora: perché Gesù è chiamato “Figlio prediletto”, prima ancora di dimostrare che ce l’avrebbe fatta? Perché è stato rivestito di Spirito Santo, prima ancora di verificare che davvero Lui non avrebbe ceduto alle lusinghe del Male? Perché il Vangelo ci vuole dire quanto Dio ami l’uomo! Dio ama le persone, che Lui ha fatto, non per ciò che fanno, ma per ciò che sono, appunto suoi figli. Per questo prima ancora di conoscere l’esito della prova, anzi indipendentemente da esso, Dio è lì accanto all’uomo, pronto per sostenerlo, guidarlo, sorreggerlo. Il suo Amore per noi è un dono gratuito, immeritato, non è una nostra conquista, non è frutto dei nostri meriti, (ognuno di noi, del resto, ha sperimentato, cadute, debolezze, peccati), ma della sua grande paternità e misericordia. Il Padre, amandoci, ha rischiato in prima persona, ha impegnato se stesso e il suo buon nome….ma come dice la Scrittura Egli è Dio e non uomo, e il suo amore prevale su ogni calcolo. Pertanto quando una sua creatura rifiuta il legame con Lui, tale rifiuto non viene percepito dal Padre come una offesa che il peccatore deve ripagare, ma come una sofferenza….perchè Egli sa che la creatura perde o rovina se stessa. E se questo succede, che ne sarà della persona stessa?(Mt.16,26) La seconda situazione un po’ strana è…la passività di Gesù. Gesù subisce le tentazioni. Lui, il Figlio di Dio, non attacca il diavolo, non lo caccia, non lo annienta, non si difende, ne subisce gli attacchi e le provocazioni. Il testo dice infatti che “Gesù viene condotto” nel deserto, “viene tentato” dal diavolo e sfido chiunque a non avere fame dopo un digiuno di quaranta giorni e quaranta notti…è una fame “subita” quella di Gesù, che richiama la condizione dei quaranta giorni e quaranta notti del popolo di Isrele nel deserto, in cui Dio stesso lo aveva portato! Ma questa passività di Gesù, ha lo scopo di mettere in luce, per riflesso, la potenza, la forza, il dinamismo della Parola di Dio: sarà il continuo riferimento alla Parola, quel profondo desiderio di Gesù di non allontanarsi dalla Parola del Padre e, in definitiva dalla stessa volontà di Dio, che porterà Gesù stesso alla vittoria sul diavolo. Colui che si nutre della Parola diventa spiritualmente forte, perché mangia cibo solido, perché si nutre di una Parola piena di Spirito Santo, perché la Parola di Dio diventa in Lui coraggio, decisione, orientamento di vita. Gesù è passivo per insegnarci che dobbiamo lasciar agire la Parola in noi, quasi sottomessi alla parola, schiacciati dalla Parola, come dicevano i padri della chiesa. Una fede che non trae alimento, vitalità, crescita dalla Parola è una fede che non potrà reggere l’urto delle innumerevoli tentazioni che vengono dal nostro IO, dalla nostra concupiscenza, da tutto ciò che ci separa da Cristo (Diavolo= il divisore, il separatore) Infine, e questa potrebbe sembrare la terza stranezza lo Spirito che scende su Cristo nel Battesimo è il medesimo Spirito che lo porta di fronte al diavolo perché Gesù sia tentato. E’ proprio così. Quella fede che noi abbiamo ricevuto nel battesimo, diventa spesso occasione di tentazione. Quante volte l’abbiamo messa in dubbio nei momenti difficili, cruciali e aridi della vita. Quante volte l’abbiamo vissuta come pietra d’inciampo, ostacolo alla nostra libertà. Quante volte abbiamo dubitato dell’Amore e della presenza di Dio. Eppure Lui non ha mai cessato di amarci. Allora, cosa decidiamo di fare?


Don Roberto Zambolin


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