Quel "Ma io vi dico..." di Gesù - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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Fiumi d'acqua viva...

Quel "Ma io vi dico..." di Gesù
6° Domenica del Tempo Ordinario anno A
(Sir15,15-20; Sa1118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37)

Dobbiamo ringraziare tanto il Signore che nel mare confuso di tutte le opinioni del mondo in ogni tempo, con la sua Parola, "viva, efficace, più tagliente di una spada a doppio taglio", è sicuro punto di riferimento, è Colui che ci illumina su tanti aspetti essenziali della vita personale e della convivenza umana. Già gli ascoltatori, suoi contemporanei hanno dovuto capire subito che Gesù non era un altro rabbino, un maestro tra i molti; hanno percepito - e non solo in questa occasione - che si trovavano dinanzi al Maestro, che dichiarava: «Ma io vi dico». Spetta anche a noi oggi, prima di tutto, domandarci con umile cuore, ma anche con sincerità di animo, se il Maestro che ci fa riflettere su questioni così essenziali della vita, e ci dice «Ma io vi dico», è proprio il nostro Maestro. Al Signore che oggi attraverso la Parola parla alla nostra libertà, la prima cosa da promettere è: «Noi siamo qui per volerti, per ascoltarti, Signore, perciò parla». Quel «ma io vi dico» allora diventa subito una frase che vi consiglio d'introdurre nella vostra preghiera. Vi incontrate con il Signore, ascoltate la sua Parola, questa o un'altra, la confrontate con la vostra vita: in parte vi trovate in consonanza con Lui, e avete tutto il diritto di essere contenti, ma in parte siete in dissonanza, perché percepite che qualcosa di voi si ribella, si rifiuta, non vorrebbe. Per Lui, infatti, tutto si gioca al livello del cuore dell'uomo. È proibita la collera verso il fratello, perché racchiude già il germe dell'omicidio. È proibito accogliere in sé anche solo il desiderio di possedere una donna: ci sono sguardi che infangano quanto un adulterio. E' proibito il ripudio della moglie da parte del marito: questo gesto non può nascere che dalla durezza del cuore. Sono proibiti i giuramenti, veri o falsi che siano: l'uomo deve dare la sua parola, e attenersi ad essa con lealtà totale. Se pensiamo ad un Vangelo consolatorio o dolce come il miele, pronto ad accontentare i nostri sentimenti e le nostre esigenze, ci sbagliamo. Il Vangelo vuole formare persone dalla spina dorsale robusta, non gente rammollita. La misericordia non ha nulla a che fare con il lassismo o il concedere tutto! Forse abbiamo l'impressione che il Vangelo non sia per la nostra felicità, forse possiamo anche avere l'impressione di essere stati presi in trappola. È normale la nostra sorpresa, e persino una certa indignazione: anche gli apostoli hanno reagito così, in un'altra occasione, quando Gesù ha dichiarato in modo altrettanto brusco che i ricchi non sono adatti al regno: "E chi mai si può salvare?" (Mc 10,26). Forse qualche spirito eroico, ma non certo i peccatori come noi! Gesù capisce, compatisce, esorta, rispetta i ritmi e i tempi di ciascuna/o, ma non cambia una virgola di quel: "Ma io vi dico..." È' dunque il momento di guardare Gesù in quei suoi occhi così onesti e così buoni, e di esclamare: «Signore, io non vorrei, ma Tu mi dici». Allora questa diventa una grande frase di conversione. Nella confusione dei discorsi, del rumore continuo che ci attornia, abbiamo anche il diritto di capire bene perché noi continuiamo ad aderire appassionatamente a Gesù Cristo. «Ma io vi dico»: queste quattro parole sono state, sono, e saranno continuamente usate da moltissimi personaggi della cultura, della politica soprattutto, i quali puntualmente si presentano come i risolutori di tutti i problemi. Sono quelli che Gesù chiamava i falsi profeti. Quali che siano le loro intenzioni, essi dicono: «Ascolta me». Gente spesso inascoltabile, perché corrotti e corruttori: perché dovremmo ascoltarli? Tutti siamo soggetti per natura a lasciarci suggestionare da chi con la voce forte dice: «Ascolta me». Tutti abbiamo qualcuno che stiamo ae Dio non voglia che sia qualcuno che afferma cose diverse da Gesù Cristo. Basta un grande intellettuale che stampi un articolo su un giornale: «Lo ha detto lui»; basta un personaggio carismatico che avvince e incanta: «Lo ha detto lui». Può capitare anche che tu affermi qualcosa che può essere un'enormità insostenibile, e io ti domando: «Ma chi te lo ha detto?», e tu mi risponda candidamente: «Non so», e ripeti la terribile frase del «gregge»: «Lo dicono tutti». Occorre essere seri, perché questo «Ma io vi dico» Gesù non l'ha certamente pronunciato col tono della pretesa di un maestro, ma ha firmato con il sangue le sue affermazioni. Si fa presto a dire, a scrivere, a stampare..., ma Gesù non ha pronunciato tante parole: le ha firmate tutte sulla croce. È' difficile smentire un testimone così, anzi è impossibile. Ecco perché oggi vogliamo assicurargli che, quando Egli afferma con forza: «Io vi dico», siamo pronti ad ascoltarlo, anche se dice cose contro corrente, ma proprio su queste, oggi, noi cristiani ci giochiamo la faccia di fronte a noi stessi e di fronte al mondo.


Don Roberto Zambolin


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