Non c'è fede senza Parola di Dio - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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NON C'E' FEDE SENZA PAROLA DI DIO
Terza Domenica del Tempo Ordinario
( Ne 8,2-4.5-6.8-10; sal.18; 1Cor.12,12-31;Lc.1,1-4; 4,14-21)

Oggi siamo chiamati a rafforzare la fede nella Parola di Dio contenuta in quel libro, o meglio in quella raccolta di libri, chiamato “La Bibbia”. In realtà, si tratta molto più di un libro: la Bibbia, infatti, è il racconto sempre vivo e stupendo della storia dell’Amore trinitario di Dio verso il mondo. In quanto storia d’amore iniziata da Dio Padre fin dal momento della Creazione, culminata, dopo tanti eventi e parole profetiche, in Cristo,(Ebr.1,1-2) e in quanto storia d’amore ancora in atto ad opera dello Spirito Santo, la Bibbia è così la narrazione di una relazione che ci coinvolge e nella quale siamo chiamati ad entrare; e non da soli, ma comunitariamente, assieme a tutti i viventi, fino alla gloriosa manifestazione di Cristo, quando finalmente l’Amore di Dio sarà tutto in tutti.(1Cor.15,28) In particolare la Bibbia è la celebrazione dell’amore nuziale tra Dio e gli uomini: nell’Antica Alleanza partner di Dio è stato il popolo ebraico, quello che Lui si è scelto,(Dt.7,7) la santa radice,(Rm.11) dalla quale è nato il Messia, il Cristo. Amore nuziale allora espresso nella Legge e rivelato pienamente nelle vicende dell’Esodo, della liberazione del popolo ebraico. Nella Nuova Alleanza, invece, partner di Dio è la Chiesa stessa, quasi prolungamento dell’Antico Israele; in essa sono invitate ad entrare tutte le genti attraverso il Battesimo. In questa Nuova Alleanza, Dio ha rivelato il suo amore nel dono di Gesù, amore portato a pienezza nel mistero del nuovo esodo di liberazione: quello della morte e Risurrezione del Figlio. Pertanto la nostra fede nasce dalla Memoria Vivente della Parola di Dio e da essa tra fondamento e alimento. E’ molto difficile cogliere il significato della Celebrazione Eucaristica senza la fede in questa memoria biblica dell’Alleanza! Alla luce della Parola, va letta anche la nostra esistenza di persone credenti, va cercata la volontà di Dio sulla nostra vita, va continuato e verificato il cammino di conversione e di adesione a Cristo “Infatti la Parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di una spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a Lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a Lui noi dobbiamo rendere conto.”(Ebrei 4,12-13) Le letture di oggi, lasciano intendere che la proclamazione della Parola di Dio vuole raggiungere tutti e pertanto la Parola contenuta nel Libro deve essere spiegata, anzi spezzata come il pane.. Comprendere la Parola non è questione semplicemente di razionalità, ma significa farla abitare in sé, farla risuonare in noi. Comprendere la Parola è rendere docili e permeabili ad essa i nostri sentimenti, i nostri desideri, le nostre emozioni, tutto se stessi, fino ad arrivare, se necessario, anche al pianto… “Tutto il popolo piangeva ascoltando le parole della legge” (Nee 8,9) Mentre il Vangelo ci presenta un Gesù che ha una grande famigliarità con la Parola del Padre, tanto da cogliere in essa la personale missione. Luca, riferendoci che Gesù legge la Parola nella sinagoga di Nazaret “ove era stato allevato”, (Lc.4,16) ci fa capire che la sua famiglia e la comunità religiosa di appartenenza, hanno avuto un grosso peso nella educazione all’ascolto della Parola; e in quella sinagoga, annota Luca, Gesù entra “secondo il suo solito”: l’incontro con la Parola e stato per Gesù un fatto frequente, regolare, ordinario. L’accuratezza con cui Luca descrive i gesti di Gesù che si avvicina al rotolo della Parola, non dicono solo l’importanza della Parola nella Liturgia sinagogale, soprattutto in giorno di sabato, ma anche il suo amore per la Parola stessa: Gesù riceve il rotolo, lo apre, lo legge, lo ripiega, lo consegna all’inserviente. Gesù attualizza la Parola “Oggi si è adempiuta” (Lc.4,23), la riferisce a sé, ne coglie la presenza dello Spirito, la interpreta come Parola di liberazione, di speranza, di misericordia.(Lc.4,18) Lui è la Parola, per tutti. Fissare lo sguardo sulla Parola è fissare lo sguardo su Cristo stesso.(Lc.4,20) La “Lectio Divina” della Parola di Dio, tanto raccomandata dalla Chiesa per la propria formazione biblico-spirituale, è un lasciarci interpellare dallo Spirito del Signore per essere, poi, mandati ad evangelizzare, come Gesù. Non dimentichiamo, infine, una cosa molto importante: chi nella Assemblea liturgica compie il servizio della proclamazione della Parola, dà se stesso alla Parola: mani, occhi, bocca, voce del lettore, sentimenti, tono del linguaggio, gestualità, tutto è in vista dell’annuncio di Cristo che si rende realmente presente nella Parola proclamata. Ne siamo consapevoli? Ma, innanzitutto, noi, abbiamo davvero fame e sete della Parola di Dio? (Amos 8,11)


Don Roberto Zambolin


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