NATALE:QUELLO CHE TUTTI VORREMMO ESSERE
Messa della Notte:Is. 9,1-3,5-6; sal. 95; Tito 2,11-14; Lc. 2,1-14Messa dell’Aurora:Is. 62,11-12;sal. 96;Tito 3,4-7;Lc. 2,15-20Messa del Giorno:Is. 52,7-10;sal. 97;Ebrei 1,1-6;Gv. 1,1-18
Il Bambino che Maria mette al mondo nella grotta di Betlemme, non è solo il Figlio Primogenito del Padre, ma è anche l’uomo nuovo, quello che Dio da sempre ha pensato e in vista del quale ha creato anche l’universo. (Col. 1,16) A Natale Egli appare tra di noi per mostrarci quale è l’essere pienamente umano, quell’uomo ideale che ogni mamma sogna quando in lei sboccia la vita e che ciascuno porta nascosto nel suo cuore, come la forza che lo proiet-ta verso la piena realizzazione di sé: “ Il Figlio di Dio si è fatto uomo, perché noi possiamo diventare figli di Dio”(1Gv.3,1) Nel bambino di Betlemme e nella sua vicenda umana emerge, passo dopo passo, quella persona ricca di umanità e di amore gratuito che tutti vorremmo essere, una persona aperta a tutti, che di tutti si prende cura, soprattutto dei deboli, dei poveri, degli umili, di coloro che non contano agli occhi del mondo; una persona che non ha nulla da spartire con il male, che s’indigna per il male che incontra, ma che vuol salvare coloro che lo commettono, che condanna il peccato, ma salva il peccatore, che tollera pazientemente le cose che non vanno come dovrebbero, per dare tempo a tutti di ritrovare se stessi. L’uomo nuovo ap-parso in Gesù è uno che dialoga con tutti e non esclude nessuno, che ama appassionatamente i suoi, ma che cerca di allargare la cerchia dei propri a-mici per costruire una comunità di sorelle e di fratelli; una persona che ama con amore sconfinato, fino a sacrificarsi per gli altri, per togliere le croci dal-le loro spalle, che porta la propria senza farla pesare sugli altri, fino a cadere sotto il suo peso, ma che non perde mai la speranza di rialzarsi e di conti-nuare; che riesce a sopportare il silenzio di un Dio che sembra assente nel momento “difficile, provocante e umiliante” della grande prova: eppure continua ad invocarLo con la fiducia di un figlio. Questo uomo nuovo è Ge-sù, il dono del Natale, un dono prezioso per noi, oggi, in un tempo in cui ri-schiamo di imbarbarirci nello scontro con gli altri e che rifiutiamo persino di parlare con chi non la pensa come noi; di smarrire i valori autenticamente umani nella corsa al profitto e al successo: corsa che, di fatto, continua a cre-
are i poveri ed abbassa notevolmente la qualità del nostro essere persone. Oggi troppo spesso e per troppa gente l’uomo ideale è quello “vincente”, colei o colui che supera, senza badare a spese e senza farsi troppi scrupoli, ogni ostacolo che incon-tra sul suo cammino; colei o colui che può vantarsi di essersi fatta/o da solo (ma sarà poi vero?), che riesce in ogni impresa e non conosce sconfitta di alcun genere. Questo è, lo sappiamo, un mito tanto diffuso quanto falso e, in più, una pericolosa illusione. In tanti episodi di bullismo che capitano dentro e fuori le nostre scuole, si nota che i nostri ragazzi, più o meno consciamente, hanno respirato questa aria di super-uomini che rivela, di fatto, tutte le loro fragilità e precarietà esistenziali. La Sapienza divina, che si è incarnata in un bambino povero e bisognoso di tutto, con le braccia aperte protese per amare e ricevere amore, è il mistero della nostra po-vertà, quella che non ci toglie nulla ma, al contrario, ci fa grandi come persone e credenti; infatti, se da una parte i limiti umani ci spingono ad incontrare gli altri, il limite creaturale ci porta a buttarci totalmente nel Signore, fonte di ogni bene e di ogni vera sicurezza. Anche il Figlio, fatto uomo, vero dono per ogni Natale, è carne come noi, fragile come noi, con le nostre stesse debolezze, escluso il peccato, che conosce, come noi, la fatica di essere uomo, ma è capace di amare “fino alla fi-ne”.(Gv.13,1) Proprio così ci mostrerà il volto del Padre suo che ama tutti senza condizione e su tutti fa cadere la pioggia e brillare il sole. (Mt.5,45) Per rivelarcelo, Gesù ha accettato di morire sulla croce per amore, un amore così grande che lo ha fatto risorgere alla Vita piena ed eterna di Dio, che Egli condivide con coloro che credono in Lui. Questa vita dei figli di Dio è garanzia e speranza (non consolazio-ne a buon mercato!) per gli oppressi e i poveri, i miti e i misericordiosi, per quelli che piangono e che cercano la giustizia e la pace: per quanti si affidano al Signore. A Natale ci appare la Grazia di Dio, che porta la salvezza a tutti gli uomini e che “ ci insegna a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo” (Tito 2,11) Questo è ciò di cui abbiamo bisogno per non cedere alla tentazione del potere e dell’avere e alle distrazioni del consumismo natalizio, per accogliere invece il dono di Dio nella sua verità e nella sua pienezza di luce. Buon Natale!
Don Roberto Zambolin