LETTURE PATRISTICHE - Tempo Ordinario
Dalle «Omelie» di san Beda il Venerabile, sacerdote
(Lib. 1, 4; CCL 122, 25-26, 30)
Maria magnifica il Signore che opera in lei
«L'anima
mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore»
(Lc 1, 46). Con queste parole Maria per prima cosa proclama i doni
speciali a lei concessi, poi enumera i benefici universali con i quali
Dio non cessò di provvedere al genere umano per l'eternità.
Magnifica
il Signore l'anima di colui che volge a lode e gloria del Signore tutto
ciò che passa nel suo mondo interiore, di colui che, osservando i
precetti di Dio, dimostra di pensare sempre alla potenza della sua
maestà.
Esulta in Dio suo salvatore, lo spirito di colui che solo
si diletta nel ricordo del suo creatore dal quale spera la salvezza
eterna.
Queste parole, che stanno bene sulle labbra di tutte le
anime perfette, erano adatte soprattutto alla beata Madre di Dio. Per un
privilegio unico essa ardeva d'amore spirituale per colui della cui
concezione corporale ella si rallegrava. A buon diritto ella poté
esultare più di tutti gli altri santi di gioia straordinaria in Gesù suo
salvatore. Sapeva infatti che l'autore eterno della salvezza, sarebbe
nato dalla sua carne, con una nascita temporale e in quanto unica e
medesima persona, sarebbe stato nello stesso tempo suo figlio e suo
Signore.
«Cose grandi ha fatto a me l'onnipotente e santo è il suo nome».
Niente
dunque viene dai suoi meriti, dal momento che ella riferisce tutta la
sua grandezza al dono di lui, il quale essendo essenzialmente potente e
grande, è solito rendere forti e grandi i suoi fedeli da piccoli e
deboli quali sono. Bene poi aggiunse: «E Santo è il suo nome», per
avvertire gli ascoltatori, anzi per insegnare a tutti coloro ai quali
sarebbero arrivate le sue parole ad aver fiducia nel suo nome e a
invocarlo. Così essi pure avrebbero potuto godere della santità eterna e
della vera salvezza, secondo il detto profetico: «Chiunque invocherà il
nome del Signore sarà salvato» (Gl 3, 5).
Infatti è questo stesso il nome di cui sopra si dice: «Ed esultò il mio spirito in Dio, mio salvatore».
Perciò
nella santa Chiesa è invalsa la consuetudine bellissima ed utilissima
di cantare l'inno di Maria ogni giorno nella salmodia vespertina. Così
la memoria abituale dell'incarnazione del Signore accende di amore i
fedeli, e la meditazione frequente degli esempi di sua Madre, li
conferma saldamente nella virtù. Ed è parso bene che ciò avvenisse di
sera, perché la nostra mente stanca e distratta in tante cose, con il
sopraggiungere del tempo del riposo si concentrasse tutta in se
medesima.