LA VITA NUOVA DELLA PASQUA
PASQUA DI RISURREZIONE
(At. 19,34.37-43; salmo 117; Col.3,1-4;Gv.20,1-9)
Il sepolcro di Gesù è vuoto: caso unico nella storia di tutti i tempi. Le donne, infatti, vanno al sepolcro, ma “non trovano il corpo di Gesù”(Lc.24,2) Anche la Maddalena cerca sconsolata il corpo dell’uomo che più di ogni altro le ha mostrato affetto, tenerezza e misericordia, e lo stesso Pietro non trova nessuno nel sepolcro. Vuoto totale. Qualcuno ha portato via il corpo del Crocifisso? E come ha fatto a rimuovere quel grande e pesante masso che chiudeva la tomba? E quelle bende lì, per terra, e quel sudario che era stato posto sul capo di Gesù, piegato in un luogo a parte? (Gv.20,7) Tutto è inspiegabile se guardiamo e tentiamo di capire con gli occhi umani, ma tutto è chiaro alla luce della Scrittura e di quanto aveva detto Gesù nel corso della sua vita terrena. “ Il Figlio dell’ uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risusciterà” (Mt.17,2) Gli apostoli o sono di memoria corta o, forse, avrebbero preferito un altro Gesù o, forse, non una fine così violenta e ingloriosa. Ora non potevano credere ai loro occhi! Le loro convinzioni, la loro certezza che tutto era finito ha causato tristezza, delusione e scoraggiamento tali, da non aprirsi alla Risurrezione. Pasqua è la festa della vita, della liberazione da tutti i macigni che impediscono alla vita di manifestarsi, di uscire, di esplodere nella sua pienezza e nella sua novità! Quante pietre sepolcrali sotto le quali sono sepolte persone, speranze, futuro e forse anche noi stessi, non permettono più di gioire e di credere che l’Amore di Dio operi ancora cose meravigliose! Come pure discordie, egoismi, incomunicabilità, barriere, e divisioni di ogni genere: sono tutti macigni che ci chiudono in noi stessi, e ci rendono rigidi nei confronti della vita e degli altri. Gettiamo via tutto questo! Non continuiamo a vivere nel sepolcro, a mantenere il culto delle cose morte! Risorgiamo con Cristo a vita nuova! Che Pasqua sarebbe la nostra se, mentre celebriamo con una solenne liturgia la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, nella nostra vita continuassimo a rimanere appesi alla croce o tenervi appesi i nostri fratelli e le nostre sorelle? Quale gioioso stupore, invece, provocherebbe qualcuna/qualcuno che ci circonda, se scoprisse che le bende che ci avvolgevano fino ad ora, sono ormai lasciate per terra, abbandonate una volta per tutte, e noi, divenuti nel cuore e nella vita finalmente liberi, abbiamo iniziato a respirare davvero, risorti con Cristo a vita nuova! Sarebbe lo stesso stupore che ha preso le donne davanti al sepolcro vuoto. Sapere che in Cristo noi siamo destinati all’eternità e all’amore perenne di Dio grazie alla sua misericordia, questo ci dovrebbe proiettare verso una nuova dimensione, in un modo nuovo di guardare la vita e di relazionarci gli uni con gli altri. Pensare la vita e i rapporti fra noi alla luce della Pasqua, significa rendersi conto che, volenti o nolenti, nel giorno della Risurrezione dai morti ci troveremo insieme a chi disprezziamo, a chi non consideriamo, a coloro con i quali abbiamo rapporti conflittuali…Ci presenteremo “davanti al trono di Dio e all’Agnello” (Ap.7,10) divisi tra noi, o laveremo le vesti delle nostre discordie nel sangue di Cristo che “ dei due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia?” (Ef.2,14) Per questo è Pasqua vera quando amici e nemici si stringono la mano, non si uccidono più, e tornano ad amarsi nella giustizia e nella riconciliazione. Isaia anticipa il mondo risorto e pacificato in Cristo con questa immagine: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto, il vitello e il leoncello pascoleranno insieme, così pure la vacca e l’orsa, insieme si sdraieranno i loro piccoli, il leone si ciberà di paglia come il bue, il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide, il bambino metterà la mano nella buca dei serpenti velenosi”(Is. 11,7-8) Tutto questo che ha dell’incredibile, può essere fin d’ora possibile, perché Cristo è già risorto. Perché, allora, non anticipare già in terra qualche cosa del paradiso? Ogni volta che due sposi camminano nella fedeltà del dialogo e del perdono reciproco, Cristo risorto è in mezzo a loro; ogni volta che ridiamo la speranza a chi è triste perché l’ha perduta, noi rinnoviamo il miracolo della risurrezione e della pietra rimossa dal sepolcro; ogni volta che ci mettiamo al servizio generoso e senza interessi di parte per il bene della famiglia, della società, della comunità civile ed ecclesiale, noi diffondiamo la luce e la novità di una vita nuova, redenta e pacificata: la vita nuova dell’ Evangelo, della buona notizia della Risurrezione di Cristo. Insomma Gesù risorto è presente in tutto il bene che c’è nel mondo, è presente nella carità di tante sorelle e fratelli che ogni giorno, con piccoli gesti e piccoli sacrifici, diventano seminatori di pace e di speranza.