La stella che conduce a Cristo - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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Fiumi d'acqua viva...

LA STELLA CHE CI CONDUCE A CRISTO

( Is. 60,1-6; Sal.71; Ef.3, 2-3a. 5-6; Mt.2.1-12)

Epifabia del Signore


La festa della Epifania è la festa della manifestazione di Gesù, del Figlio di Dio a tutti i popoli, simbolicamente rappresentati dai Magi, come re, come Dio, come uomo. La frase centrale del brano evangelico è quella riguardante l’incontro dei Magi con Gesù : “ Entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua Madre e prostratisi lo adorarono”.(Mt.2,11) Essi sono venuti da lontano, hanno sentito come urgente la necessità di seguire questo segno straordinario, la stella; hanno sopportato la fatica del viaggio con tutti i dubbi e le incertezze che esso ha comportato, e, hanno gustato, infine, la gioia di vedere il Bambino. Il Percorso dei Magi, è un po’ anche il nostro percorso di fede, con i suoi ritmi, con le sue luci e le sue ombre. In tutti noi, infatti, vi è più o meno consapevolmente, il bisogno di conoscere il Signore e questo bisogno lo ha messo dentro di noi Dio stesso. Sono tanti i modi attraverso i quali Dio si fa sentire, bussa alla porta. Può essere un angelo, come i pastori, può essere una stella come per i Magi, può essere un avvenimento della vita lieto o triste, può essere l’incontro con una persona, una emozione intensa, un dolore profondo, una parola altre volte disattesa. Una cosa è certa: Dio, per primo, si mette alla ricerca di noi, e lo fa in molti modi, con molti richiami. Possiamo anche far tacere per un poco questa esigenza di Dio, possiamo ritardare le nostre scelte, ma non possiamo soffocare questa sete che Dio ha suscitato e che suscita in noi. La samaritana non sa che è lei che ha bisogno dell’acqua viva e Gesù glielo ricorda: “ Chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete anzi l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”(Gv.4,14). I saggi di Israele quante volte dichiarano di aver sete del Dio vivente (Sal.42,3 e 63,2; Gv.7,37) e chiedono a Dio di poter vedere il suo volto! (Es.33,20;Sal.42,3). Tante nostre inquietudini hanno questa radice: il bisogno dell’assoluto, della verità, della bellezza, della Vita, del Bene, di Dio. Saliamo dunque a Betlemme: quel Bambino è la “Parola eterna di Dio” ed è capace di dare risposta alle nostre più profonde aspirazioni. Infatti i Magi, per trovare La “Parola fatta carne”, nella loro ricerca consultano “le Parole della Scrittura”(Mt.2,5-6) Sono tali Parole che li aiutano a comprendere lo splendore di quella stella che li condurrà fino alla grotta.. Le Scritture, infatti, ci rivelano lo splendore della stella più luminosa: quella dell’Amore di Dio. Le stelle possono essere tante: persone, avvenimenti circostanze di vita; tutto può costituire per noi motivo di riflessione e di cammino di fede; ma tutto riflette in sé la luce di una stella più luminosa: l’amore di Dio per noi. Questa stella luminosa non solo ci invita a seguire Gesù, ma ci porta a contemplare, con il dono della fede, l’avvenimento decisivo per noi: la sua morte e la sua Risurrezione. Ogni ricerca di Cristo, per essere autentica, deve arrivare al sepolcro vuoto passando dal Calvario. E’ nella Pasqua, infatti che Cristo si rivela a noi come il Salvatore, il Figlio di Dio, il compimento pieno delle Scritture. Per questo la liturgia del giorno della Epifania ci fa leggere l’annuncio del giorno di Pasqua. I Magi ci ricordano, anche, che Gesù non è solo una persona da cercare, ma soprattutto da seguire. E seguire Gesù, se da una parte è entusiasmante, dall’altra comporta fatica, perché si tratta di accompagnarLo fin sul calvario. Tale fatica è già anticipata nei racconti della natività. I pastori devono vincere il torpore della notte, liberarsi dal caldo dei loro mantelli, incamminarsi nella notte, fidarsi di voci che potrebbero anche essere delle suggestioni. Per i Magi, il cammino è anche più duro: a volte la stella sembra oscurarsi, fino a scomparire dalla loro vista; incontrano persone che “sanno” ma che tutto sommato rimangono nella indifferenza o che, pur turbate, non si uniscono a loro nella ricerca del neonato re dei giudei. Anche per noi camminare dietro a Gesù, credere all’Amore di Dio non è sempre facile: vi sono infatti momenti di buio, di paura, di turbamento. A volte facciamo davvero fatica andare incontro alla novità di Dio perché scompiglia i nostri progetti, i nostri piani, i nostri schemi. Si può rimanere nella nostra religiosità, nei nostri riti, nei precetti ormai accettati o subiti; perché muoverci, perché sfidare le diffidenze e i sospetti, perché andare verso qualcosa che non abbiamo ancora sperimentato? Meglio una fede scontata, che non scomodi molto, che non comporti impegno, servizio e testimonianza. Una fede nella quale si possa, tutto sommato, star fermi, continuando a fare….i propri comodi. Non così i Magi. Infatti dopo l’incontro con Gesù, ritornarono al loro paese per un’altra strada, (Mt.2,12) cioè ritornarono convertiti, cambiati, trasformati dal Signore Gesù alla vita di ogni giorno. E noi?


Don Roberto Zambolin


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