LETTURE PATRISTICHE - Tempo Ordinario
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 6 sulla Quaresima, 1, 2; PL 54, 285-287)
La sacra purificazione per mezzo del digiuno e della misericordia
Sempre,
fratelli carissimi, della grazia del Signore è piena la terra (Sal 33,
5) e la stessa natura, che ci circonda, insegna a ciascun fedele a
onorare Dio. Infatti il cielo e la terra, il mare e quanto si trova in
essi proclamano la bontà e l'onnipotenza del loro Creatore. E la
meravigliosa bellezza degli elementi, messi a nostro servizio, non esige
forse da noi, creature intelligenti, un doveroso ringraziamento?
Ma
ora ci viene chiesto un completo rinnovamento dello spirito: sono i
giorni dei misteri della redenzione umana e che precedono più da vicino
le feste pasquali.
È caratteristica infatti della festa di
Pasqua, che la Chiesa tutta goda e si rallegri per il perdono dei
peccati: perdono che non si concede solo ai neofiti, ma anche a coloro
che già da lungo tempo sono annoverati tra i figli adottivi.
Certo
è nel lavacro di rigenerazione che nascono gli uomini nuovi, ma tutti
hanno il dovere del rinnovamento quotidiano: occorre liberarsi dalle
incrostazioni proprie alla nostra condizione mortale. E poiché nel
cammino della perfezione non c'è nessuno che non debba migliorare,
dobbiamo tutti, senza eccezione, sforzarci perché nessuno nel giorno
della redenzione si trovi ancora invischiato nei vizi dell'uomo vecchio.
Quanto
ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo
con maggior sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma
apostolica del digiuno quaresimale consistente nell'astinenza non solo
dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati.
A questi doverosi e
santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente
dell'elemosina, la quale sotto il nome unico di «misericordia» abbraccia
molte opere buone. In ciò i fedeli possono trovarsi uguali, nonostante
le disuguaglianze dei beni.
L'amore che dobbiamo ugualmente a Dio e all'uomo non è mai impedito al punto da toglierci la possibilità del bene.
Gli
angeli hanno cantato: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in
terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Ne segue che diventa felice e
nella benevolenza e nella pace, chiunque partecipa alle sofferenze
degli altri, di qualsiasi genere esse siano.
Immenso è il campo
delle opere di misericordia. Non solo i ricchi e i facoltosi possono
beneficare gli altri con l'elemosina, ma anche quelli di condizione
modesta o povera. Così disuguali nei beni di fortuna, tutti possono
essere pari nei sentimenti di pietà dell'anima.