La risurrezione di Gesù
Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-23)
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi! ". Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch 'io mando voi". Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".
"I discepoli gioirono al vedere Gesù". I discepoli gioirono, perché, con stupore, videro che l'ultima parola del libro della vita di Gesù non era stata la infamante morte in croce, ma la Risurrezione. Quelle piaghe sulle mani, sui piedi e sul costato, che erano "viste" dal popolo, dai capi dei sacerdoti e dai soldati come segno del fallimento più crudo, della umiliazione più infima sono divenute il segno della gloria di Dio e della potenza dell'Amore che vince la morte.
Le parole dell'angelo: "È risorto, come aveva detto" (Mt 28,6), ci dicono, allora, che l'ultima parola anche sulle pagine della nostra storia non è: dolore, disperazione, fallimento, ingiustizia, morte, ma l'ultima Parola è: "È risorto".
Questa brano del Vangelo di Giovanni ci riporta alla nostra missione: rivelare al mondo il volto di Cristo risorto. Giovanni Paolo II, guidando la barca della Chiesa nel mare del nuovo millennio, ha fatto risuonare nel nostro cuore le parole con cui un giorno Gesù, dopo aver parlato alle folle dalla barca di Simone, invitò l'Apostolo a "prendere il largo" per la pesca: "Duc in altum!" (Lc 5,4).
Il Santo Padre spiega che "prendere il largo" significa, prima di tutto, essere contemplatori del volto di Gesù, per farlo poi vedere. "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21): sono le parole che alcuni Greci, recatisi a Gerusalemme per il pellegrinaggio pasquale, rivolgono all'apostolo Filippo. Queste parole riecheggiano oggi nelle nostre orecchie. Infatti, "come i pellegrini di duemila anni fa, gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di 'parlare' di Cristo, ma in certo senso di farlo loro 'vedere" (Novo millennio ineunte n.16).
Questa brano del Vangelo di Giovanni ci riporta alla nostra missione: rivelare al mondo il volto di Cristo risorto. Giovanni Paolo II, guidando la barca della Chiesa nel mare del nuovo millennio, ha fatto risuonare nel nostro cuore le parole con cui un giorno Gesù, dopo aver parlato alle folle dalla barca di Simone, invitò l'Apostolo a "prendere il largo" per la pesca: "Duc in altum!" (Lc 5,4).
Il Santo Padre spiega che "prendere il largo" significa, prima di tutto, essere contemplatori del volto di Gesù, per farlo poi vedere. "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21): sono le parole che alcuni Greci, recatisi a Gerusalemme per il pellegrinaggio pasquale, rivolgono all'apostolo Filippo. Queste parole riecheggiano oggi nelle nostre orecchie. Infatti, "come i pellegrini di duemila anni fa, gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di 'parlare' di Cristo, ma in certo senso di farlo loro 'vedere" (Novo millennio ineunte n.16).
Come possiamo, allora, essere vetri limpidi attraverso i quali gli altri possono vedere Gesù? Rivolgiamoci a Maria. Imitiamola. Ella, attraverso il suo continuo sì alla volontà di Dio, ha vissuto una continua Risurrezione. Nel brano della Visitazione s. Luca scrive: "Maria, alzatasi, si mise in viaggio verso la montagna" (1,39). Il verbo greco usato dall'evangelista per dire "alzatasi", "anastàsa", indica anche la Risurrezione. Maria, "risorta", dunque, si mise in viaggio. Il suo sì alla volontà di Dio le ha fatto pregustare tutta la potenza, la libertà e la gioia della Risurrezione. Anche noi, donando a Dio il nostro sì, vivremo una continua Risurrezione secondo la logica del seme che marcisce per poi fruttificare.
Le parole dell'angelo: "È risorto, come aveva detto" (Mt 28,6), ci dicono, allora, che l'ultima parola anche sulle pagine della nostra storia non è: dolore, disperazione, fallimento, ingiustizia, morte, ma l'ultima Parola è: "È risorto".
Questa brano del Vangelo di Giovanni ci riporta alla nostra missione: rivelare al mondo il volto di Cristo risorto. Giovanni Paolo II, guidando la barca della Chiesa nel mare del nuovo millennio, ha fatto risuonare nel nostro cuore le parole con cui un giorno Gesù, dopo aver parlato alle folle dalla barca di Simone, invitò l'Apostolo a "prendere il largo" per la pesca: "Duc in altum!" (Lc 5,4).
Il Santo Padre spiega che "prendere il largo" significa, prima di tutto, essere contemplatori del volto di Gesù, per farlo poi vedere. "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21): sono le parole che alcuni Greci, recatisi a Gerusalemme per il pellegrinaggio pasquale, rivolgono all'apostolo Filippo. Queste parole riecheggiano oggi nelle nostre orecchie. Infatti, "come i pellegrini di duemila anni fa, gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di 'parlare' di Cristo, ma in certo senso di farlo loro 'vedere" (Novo millennio ineunte n.16).
Questa brano del Vangelo di Giovanni ci riporta alla nostra missione: rivelare al mondo il volto di Cristo risorto. Giovanni Paolo II, guidando la barca della Chiesa nel mare del nuovo millennio, ha fatto risuonare nel nostro cuore le parole con cui un giorno Gesù, dopo aver parlato alle folle dalla barca di Simone, invitò l'Apostolo a "prendere il largo" per la pesca: "Duc in altum!" (Lc 5,4).
Il Santo Padre spiega che "prendere il largo" significa, prima di tutto, essere contemplatori del volto di Gesù, per farlo poi vedere. "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21): sono le parole che alcuni Greci, recatisi a Gerusalemme per il pellegrinaggio pasquale, rivolgono all'apostolo Filippo. Queste parole riecheggiano oggi nelle nostre orecchie. Infatti, "come i pellegrini di duemila anni fa, gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di 'parlare' di Cristo, ma in certo senso di farlo loro 'vedere" (Novo millennio ineunte n.16).
Come possiamo, allora, essere vetri limpidi attraverso i quali gli altri possono vedere Gesù? Rivolgiamoci a Maria. Imitiamola. Ella, attraverso il suo continuo sì alla volontà di Dio, ha vissuto una continua Risurrezione. Nel brano della Visitazione s. Luca scrive: "Maria, alzatasi, si mise in viaggio verso la montagna" (1,39). Il verbo greco usato dall'evangelista per dire "alzatasi", "anastàsa", indica anche la Risurrezione. Maria, "risorta", dunque, si mise in viaggio. Il suo sì alla volontà di Dio le ha fatto pregustare tutta la potenza, la libertà e la gioia della Risurrezione. Anche noi, donando a Dio il nostro sì, vivremo una continua Risurrezione secondo la logica del seme che marcisce per poi fruttificare.
Padre nostro
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10 Ave Maria |
Gloria |
Gesù mio... |
Padre Nostro Ave Maria Gloria Gesù mio