La proclamazione della verità - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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LETTURE PATRISTICHE - Tempo di Pasqua
Dal trattato «Contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo
(Lib. 1, 10, 1-3; PG 7, 550-554)
La proclamazione della verità

   La  Chiesa, sparsa in tutto il mondo, fino agli ultimi confini della terra,  ricevette dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nell'unico Dio,  Padre onnipotente, che fece il cielo la terra e il mare e tutto ciò che  in essi è contenuto (cfr. At 4, 24). La Chiesa accolse la fede  nell'unico Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra  salvezza. Credette nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti  manifestò il disegno divino di salvezza: e cioè la venuta di Cristo,  nostro Signore, la sua nascita dalla Vergine, la sua passione e la  risurrezione dai morti, la sua ascensione corporea al cielo e la sua  venuta finale con la gloria del Padre. Allora verrà per «ricapitolare  tutte le cose» (Ef 1, 10) e risuscitare ogni uomo, perché dinanzi a Gesù  Cristo, nostro Signore e Dio e Salvatore e Re secondo il beneplacito  del Padre invisibile «ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e  sotto terra, e ogni lingua lo proclami» (Fil 2, 10) ed egli pronunzi su  tutti il suo giudizio insindacabile.
   Avendo ricevuto, come dissi,  tale messaggio e tale fede, la Chiesa li custodisce con estrema cura,  tutta compatta come abitasse in un'unica casa, benché ovunque  disseminata. Vi aderisce unanimemente quasi avesse una sola anima e un  solo cuore. Li proclama, li insegna e li trasmette all'unisono, come  possedesse un'unica bocca.
   Benché infatti nel mondo diverse siano  le lingue, unica e identica è la forza della tradizione. Per cui le  chiese fondate in Germania non credono o trasmettono una dottrina  diversa da quelle che si trovano in Spagna o nelle terre dei Celti o in  Oriente o in Egitto o in Libia o al centro del mondo. Come il sole,  creatura di Dio, è unico in tutto l'universo, così la predicazione della  verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere  alla conoscenza della verità. E così tra coloro che presiedono le  chiese nessuno annunzia una dottrina diversa da questa, perché nessuno è  al di sopra del suo maestro.
   Si tratti di un grande oratore o di  un misero parlatore, tutti insegnano la medesima verità. Nessuno  sminuisce il contenuto della tradizione. Unica e identica è la fede.  Perciò né il fecondo può arricchirla, né il balbuziente impoverirla.

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