La grandezza delle nostre miserie - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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Fiumi d'acqua viva...
La grandezza delle nostre miserie
2° Domenica di Avvento anno B
(Is. 40,1-5.9-11; 2Pt. 3,8-14;Mc. 1,1-8)

Difficile non sentire il movimento nel brano evangelico di oggi, il movimento della vita. Difficile non provare voglia di andare, di muoversi,di uscire dal recinto del non-movimento. Si parla, innanzitutto di un “messaggero” che è mandato da Dio (Mc.1,2) e subito dopo di Giovanni Battista che va nel deserto e a lui accorre tanta gente. (Mc.1,5) Verso la fine del testo evangelico, poi, si legge che una persona più importante e più forte del Battista sta per arrivare. (Mc.1,7) Due grandi movimenti costituiscono la parte centrale del brano: quello del Battesimo nel fiume Giordano e il movimento, in profondità, di conversione di tante persone che accorrevano al fiume per essere immerse nelle acque. Convertirsi, infatti, è un grande, profondo movimento interiore, che richiede fatica almeno pari a quanta ne serve per sistemare strade o raddrizzare i sentieri tortuosi o fangosi causarti dalle intemperie. Il cammino di conversione ha tre protagonisti in movimento: la Parola di Dio che smuove mente e cuore, lo Spirito che orienta nella giusta direzione e dà la forza necessaria, la persona che si lascia condurre e trasformare. Si tratta di un unico, grande movimento: quello di Dio a favore dell’uomo e quello dell’uomo che si muove, che vive in Dio. E’ Dio che per primo si muove, e percorre la strada, dal cielo alla terra. Una strada d’amore, di pace, di consolazione per il suo popolo, di liberazioni per chi si affida a Lui. Una strada piena di luce e di sapienza, infinitamente percorsa dai suoi servi, i profeti e i santi, che gridano, con la loro vita soprattutto, la forza trasformante della Parola di Dio! Con il termine strada nella Bibbia non si indica solo terra battuta, pista di collegamento, ma un modo di essere, lo stile della vita, un nome per cui si fanno le cose e per cui batte il cuore dentro. Preparare la strada è possibile solo se cambiamo stile di vita, decisioni spirituali, motivazioni esistenziali. Fare diritti i suoi sentieri significa modificare radicalmente le scelte verso verità e giustizia. Convertirci è possibile attraverso “l’immersione in Dio” che ci chiede, come primo passo, di riconoscerci bisognosi di purificazione. Ogni sentiero verso la felicità, ogni strada per la vita, ogni pista per la Bellezza, conosce i passi iniziali, ma inevitabili, del riconoscimento dei propri errori. Si tratta di un riconoscimento umile e semplice, realistico e senza giustificazioni delle nostre mancanze di amore, di gioia, di intelligenza, di entusiasmo, di pulizia interiore, di pace e di luce. Riconoscere in pace i propri errori e immergersi nel perdono di Dio, come i peccatori al fiume Giordano, è la via della gioia, è la via della liberazione, sempre. Allora la fede diventa sorgente di vita, perché daremo a Dio una opportunità di amarci senza toglierci la libertà, di provvedere senza mancarci di rispetto, di sostenerci senza mai sostituirsi a noi. E ci dà coraggio per essere e fare sempre meglio, evitando stupidi orgogli o dannosi sensi di colpa. Scopriremo, invece, che dentro le fessure e le crepe della nostra storia può essere nascosta tanta saggezza e tanta luce umana e spirituale. Infatti non esiste nulla sulla terra che, per quanto perfetto e forte, prima o poi non mostri una breccia. Tutto nella nostra vita, prima o poi conosce uno squarcio, una crepa, una rottura, un varco, una fenditura, una fessura. Fenditure vi sono perfino tra le rocce dure e compatte delle montagne, tra i ghiacciai perenni; crepe vi sono sui muri delle case e delle strade, crepe sui vasi, squarci si trovano sui tessuti, falle e buchi perfino sulle strutture di acciaio e di ferro. Accadono spaccature fra amanti, crepe di fiducia fra amici, screpolature sentimentali, incrinature affettive, brecce perfino nelle comunità cristiane. Ma solo la nostra paura e la nostra poca fede ci fanno vivere nell’inganno ogni fessura e breccia della vita, ce le fanno vivere come un fallimento,una sfortuna, una disgrazia. E’ vero che ogni fessura rende meno perfetto ciò che dovrebbe essere perfetto ai nostri occhi, ma al tempo stesso ogni fessura e breccia guardata con gli occhi dell’amore, lascia passare tanta luce, sempre. La breccia su un muro rende meno perfetto il muro, ma fa vedere oltre il muro luce, strade e mondi prima sconosciuti. La vera saggezza nasce sempre da qualche breccia di sofferenza e di imperfezione che, se accettata, vissuta e amata come un’occasione per un profondo mutamento interiore, diventa breccia e fessura di nuova luce e serenità. Dove il nostro “io” vede solo una crepa e un punto debole, il nostro cuore illuminato dalla fede coglie dietro e dentro ogni fessura un punto pregiato di luce e di illuminazione: una possibilità di essere amati più profondamente dall’Amore, e di amare con più umiltà e verità. Ogni fessura può diventare allora un grido di invocazione e di aiuto: Vieni, Signore Gesù!
Don Roberto Zambolin
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