LETTURE PATRISTICHE - Tempo di Pasqua
Dalle «Omelie sul Cantico dei cantici» di san Gregorio di Nissa, vescovo
(Om. 15; PG 44, 1115-1118)
La gloria che hai dato a me l'ho data ad essi
La gloria che hai dato a me l'ho data ad essi
Se
davvero l'amore riesce ad eliminare la paura e questa si trasforma in
amore, allora si scoprirà che ciò che salva è proprio l'unità. La
salvezza sta infatti nel sentirsi tutti fusi nell'amore all'unico e vero
bene mediante quella perfezione che si trova nella colomba di cui parla
il Cantico dei cantici: «Unica è la mia colomba, la mia perfetta,
l'unica di sua madre, la preferita della sua genitrice» (Ct 6, 9).
Tutto ciò lo mostra più chiaramente il Signore nel vangelo.
Gesù
benedice i suoi discepoli, conferisce loro ogni potere e concede loro i
suoi beni. Fra questi sono da includere anche le sante espressioni che
egli rivolge al Padre. Ma fra tutte le parole che dice e le grazie che
concede una ce n'è che è la maggiore di tutte e tutte le riassume. Ed è
quella con cui Cristo ammonisce i suoi a trovarsi sempre uniti nelle
soluzioni delle questioni e nelle valutazioni circa il bene da fare; a
sentirsi un cuor solo e un'anima sola e a stimare questa unione l'unico e
solo bene; a stringersi nell'unità dello Spirito con il vincolo della
pace; a far un solo corpo e un solo spirito; a corrispondere a un'unica
vocazione, animati da una medesima speranza.
Ma più che questi
accenni sarebbe meglio riferire testualmente le parole del vangelo:
«Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te,
siano anch'essi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai
mandato» (Gv 17, 21).
Il vincolo di questa unità è un'autentica
gloria. Nessuno infatti può negare che lo Spirito Santo sia chiamato
«gloria». Dice infatti il Signore: «La gloria che tu hai dato a me, io
l'ho data a loro» (Gv 17, 22). Egli possedette tale gloria sempre ancora
prima che esistesse questo mondo. Nel tempo poi la ricevette quando
assunse la natura umana. Da quando questa natura fu glorificata dallo
Spirito Santo, tutto ciò che si connette con questa gloria, diviene
partecipazione dello Spirito Santo.
Per questo dice: «La gloria
che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una
cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità» (Gv
17, 22-23). Perciò colui che dalla fanciullezza è cresciuto raggiungendo
la piena maturità del Cristo, viene a trovarsi in quello stato tutto
speciale, che solo l'intelligenza, illuminata dalla fede, può percepire.
Allora diviene capace della gloria dello Spirito Santo attraverso una
vita lontana dai vizi e improntata alla santità. Costui dunque è quella
perfetta colomba, alla quale guarda lo Sposo, quando dice: «Una sola la
mia colomba, la mia perfetta».