LETTURE PATRISTICHE - Tempo Ordinario
Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
(Catech. 13, 1. 3. 6. 23; PG 33, 771-774. 779. 799. 802)
La croce sia la tua gioia
anche in tempo di persecuzione
Senza
dubbio ogni azione di Cristo è fonte di gloria per la Chiesa cattolica;
ma la croce è la gloria delle glorie. È proprio questo che diceva
Paolo: Lungi da me il gloriarmi se non nella croce di Cristo (cfr. Gal
6, 14).
Fu certo una cosa straordinaria che quel povero cieco
nato riacquistasse la vista presso la piscina di Sìloe: ma cos'è questo
in paragone dei ciechi di tutto il mondo? Cosa eccezionale e fuori
dell'ordine naturale che Lazzaro, morto da ben quattro giorni,
ritornasse in vita. Ma questa fortuna toccò a lui e a lui soltanto. Che
cosa è mai se pensiamo a tutti quelli che, sparsi nel mondo intero,
erano morti per i peccati?
Stupendo fu il prodigio che moltiplicò
i cinque pani fornendo il cibo a cinquemila uomini con l'abbondanza di
una sorgente. Ma che cosa è questo miracolo quando pensiamo a tutti
coloro che sulla faccia della terra erano tormentati dalla fame
dell'ignoranza? Così pure fu degno di ammirazione il miracolo che in un
attimo liberò dalla sua infermità quella donna che Satana aveva tenuta
legata da ben diciotto anni. Ma anche questo che cos'è mai in confronto
della liberazione di tutti noi, carichi di tante catene di peccati?
La
gloria della croce ha illuminato tutti coloro che erano ciechi per la
loro ignoranza, ha sciolto tutti coloro che erano legati sotto la
tirannide del peccato e ha redento il mondo intero.
Non dobbiamo
vergognarci dunque della croce del Salvatore, anzi gloriàmocene. Perché
se è vero che la parola «croce» è scandalo per i Giudei e stoltezza per i
pagani, per noi è fonte di salvezza.
Se per quelli che vanno in
perdizione è stoltezza, per noi che siamo stati salvati, è fortezza di
Dio. Infatti non era un semplice uomo colui che diede la vita per noi,
bensì il Figlio di Dio, Dio stesso, fattosi uomo.
Se una volta
quell'agnello, immolato secondo la prescrizione di Mosè, teneva lontano
l'Angelo sterminatore, non dovrebbe avere maggiore efficacia per
liberarci dai peccati l'Agnello che toglie il peccato del mondo? Se il
sangue di un animale irragionevole garantiva la salvezza, il sangue
dell'Unigenito di Dio non dovrebbe recarci la salvezza nel vero senso
della parola?
Egli non morì contro la sua volontà, né fu la
violenza a sacrificarlo, ma si offrì di propria volontà. Ascolta quello
che dice: Io ho il potere di dare la mia vita e il potere di riprenderla
(cfr. Gv 10, 18). Egli dunque andò incontro alla sua passione di
propria volontà, lieto di un'opera così sublime, pieno di gioia dentro
di sé per il frutto che avrebbe dato cioè la salvezza degli uomini. Non
arrossiva della croce, perché procurava la redenzione al mondo. Né era
un uomo da nulla colui che soffriva, bensì Dio fatto uomo, e come uomo
tutto proteso a conseguire la vittoria nell'obbedienza.
Perciò la
croce non sia per te fonte di gaudio soltanto in tempo di tranquillità,
ma confida che lo sarà parimenti nel tempo della persecuzione. Non ti
avvenga di essere amico di Gesù solo in tempo di pace e poi nemico in
tempo di guerra.
Ora ricevi il perdono dei tuoi peccati e i
grandi benefici della donazione spirituale del tuo re e così, quando si
avvicinerà la guerra, combatterai da prode per il tuo re.
È stato
crocifisso per te Gesù, che nulla aveva fatto di male: e tu non ti
lasceresti crocifiggere per lui che fu inchiodato sulla croce per te?
Non sei tu a fare un dono, ma a riceverlo prima ancora di essere in
grado di farlo, e in seguito, quando vieni a ciò abilitato, tu rendi
semplicemente il contraccambio della gratitudine, sciogliendo il tuo
debito a colui che per tuo amore fu crocifisso sul Golgota.