La bellezza della vita - Il Mondo di Aquila e Priscilla

Vai ai contenuti
Fiumi d'acqua viva...

La bellezza della vita
4° Domenica del Tempo Ordinario anno A
(Sof.2,3; 3,12-13; sal.145; 1Cor.1,26-31; Mt.5,1-12a)

Gesù, dopo essere stato battezzato da Giovanni, dopo aver preso coscienza di se stesso e della sua missione di "servo del Signore" con la vittoria sulle tentazioni, dopo aver scelto i suoi apostoli, comincia decisamente a percorrere i villaggi della Galilea annunciando il Regno di Dio. Avendo studiato seriamente la. Scrittura alla scuola annessa alla sinagoga di Nazareth, è consapevole che per battere le ingiustizie umane non occorre usare la violenza, ma favorire la nascita di nuove relazioni, a tutti i livelli: solo così è possibile liberare il cuore dal male. Fin dagli inizi, segue, nella sua predicazione, il modello testimoniato dal profeta Sofonia. Si tratta di uno dei così detti "dodici profeti minori" vissuto al tempo del re Giosia che, salito al trono alla verde età di otto anni, portò a compimento una radicale riforma religiosa L'idolatria era allora dominante, la corruzione morale dilagava, l'ingiustizia non aveva limiti. Una situazione che aveva molte sfumature in comune con la realtà che stiamo vivendo anche noi. La soluzione suggerita dal profeta, nel brano propostoci dall'odierna liturgia, è molto chiara e semplice: cercare il Signore, la giustizia e l'umiltà; non commettere ingiustizie, non proferire menzogne e liberare il parlare dalla fraudolenza.. Sa leggere molto bene la realtà in cui vive. Conosce a fondo le pene ed i desideri dei cuori dei suoi contemporanei. Sa trovare le parole giuste per coinvolgere e per attirare a sé quanti incontra nel suo peregrinare. E' così appassionato e libero da risultare interessante per molti. Il suo nome comincia a circolare nei discorsi quotidiani. La curiosità aumenta. La voglia di vederlo, di sentirlo, di osservarlo gonfia il numero di coloro che lo frequentano. Ormai non passa più inosservato. E Gesù, davanti ai suoi discepoli e alla folla, sintetizza il suo progetto di vita in otto beatitudini che l'evangelista Matteo condensa in sole settantadue parole. Le idee chiare non necessitano un mare di chiacchiere. E' un programma che non lascia spazio ad equivoci o doppi sensi. Gesù dice, forte e chiaro, che il Regno dei Cieli che Lui è venuto a testimoniare si fonda sulla forza della croce (vi insulteranno, vi perseguiteranno, diranno ogni sorta di male contro di voi...). Essa è il prezzo che si deve pagare per essere davvero se stessi, per testimoniare il Vangelo senza compromessi, per creare un modo di vivere alternaa quello del mondo, che davvero fa sentire felici, felici di vivere, felici di amare.. Felicità, magica parola che risveglia in noi desideri profondi e mete di ogni sorta alle quale tendiamo con tutte le nostre forze, ma anche parola umana carica di equivoci e di ambiguità, usata troppo spesso per cose che non la meritano. Non dobbiamo dimenticare, che c'è nell'uomo "qualcosa che supera l'uomo", quello che un filosofo chiamava "il richiamo della trascendenza": un'inquietudine che sempre rinasce, un'insoddisfazione che rimane anche dopo ogni soddisfazione, uno slancio mai appagato del pensiero e del cuore. A chi rivolgerci per ricevere la felicità senza limiti a cui aspiriamo? A Gesù, che oggi ce la offre attraverso il messaggio sconcertante delle beatitudini. In che modo? Essendo poveri in spirito, cioè umili e dolci; attendendo la salvezza da Dio solo; avendo animo retto ed intenzioni pure; lavorando per la giustizia e per la pace. Chi acdi vivere sulla terra questo programma, si affida alla dinamica sovversiva della parola di Dio, che propone nello stesso tempo una promessa e un compito da svolgere. Le beatitudini sono la felicità non come noi la vogliamo e la orgama come Dio la desidera per noi. Grazie a Gesù, egli è venuto ad aggiustare un mondo in frantumi: un mondo in cui dominano il denaro, il possesso e la cupidigia; un mondo di menzogna, di inganno e di esteriorità; un mondo di violenza aperta o mascherata, in cui i pregiudizi, la falsa cultura, gli egoismi di classe o di casta separano, dividono, escludono. Non accontentiamoci di felicità troppo facili. Dio solo può colmare i nostri desideri. Un giorno, con le lacrime agli occhi una giovane mi disse pressappoco così: 'Per una vita intera ho lottato nel cercare altri dèi, come il benessere, la gloria e quanto può momentaneamente soddisfare. Ho avuto la sensazione di essermi fatta ubriacare dalle bugie del mondo, che di felicità non conosce neanche la parola. Ho scoperto di essere stata ingannata. Ed è una vera grazia che ora mi trovo nuda ai piedi di Dio per dirGli: Cancella, battezza ancora una volta questa tua figlia e ridammi la gioia, poiché Tu sei l'unico che veramente mi ama e il Tuo Amore non è una lucciola di passaggio, ma l'impronta incancellabile della felicità nel cuore. Ti prego, Padre, fa' che nessuno e nulla possa più cancellare l'impronta della Tua Presenza, perché Tu solo sai fare felici e per sempre". Ecco sul volto di questa ragazza splendeva la bellezza della vita, il "Vangelo delle Beatitudini".


Don Roberto Zambolin


Stampa Ritorna


Copyright © Il Mondo di Aquila e Priscilla By Salvo Massa
Torna ai contenuti