LETTURE PATRISTICHE - Tempo Ordinario
Dal «Commento al libro di Giobbe» di san Gregorio Magno, papa
(Lib. 1, 2. 36; PL 75, 529-530. 543-544)
L'uomo semplice e retto, timorato di Dio
C'è
un genere di semplicità che meglio sarebbe chiamare ignoranza. Essa
consiste nel non sapere neppure che cosa sia rettitudine. Molti
abbandonano l'innocenza della vera semplicità, proprio perché non sanno
elevarsi alla virtù e all'onestà. Poiché sono privi della vera prudenza
che consiste nella vita buona, la loro semplicità non sarà mai sinonimo
di innocenza.
Perciò Paolo ammonisce i discepoli: «Voglio che
siate saggi nel bene e immuni dal male» (Rm 16, 19). E soggiunge: «Non
comportatevi da bambini nei giudizi; siate come bambini quanto a
malizia» (1 Cor 14, 20).
Per questo anche la stessa Verità
ingiunge ai discepoli: «Siate prudenti come i serpenti e semplici come
le colombe» (Mt 10, 16). Ha unito necessariamente l'una e l'altra cosa
nel suo ammonimento, in modo che l'astuzia del serpente ammaestri la
semplicità della colomba, e la semplicità della colomba moderi l'astuzia
del serpente.
Per questo lo Spirito Santo ha manifestato la sua
presenza agli uomini sotto forma non soltanto di colomba, ma anche di
fuoco. Nella colomba viene indicata la semplicità, nel fuoco
l'entusiasmo per il bene. Si mostra nella forma di colomba e nel fuoco
perché quanti sono ricolmi di lui, praticano una forma tale di mitezza e
di semplicità da infiammarsi d'entusiasmo per le cose sante e belle e
di odio per il male.
«Uomo integro e retto, temeva Dio ed era
alieno dal male» (Gb 1, 1). Chiunque tende alla patria eterna vive
indubbiamente con semplicità e rettitudine: è semplice cioè
nell'operare, retto nella fede; semplice nel bene materiale che compie,
retto nei beni spirituali che percepisce nel suo intimo. Vi sono infatti
certuni che non sono semplici nel bene che fanno, poiché ricercano in
esso non la ricompensa all'interno, ma il plauso all'esterno. Perciò ha
detto bene un sapiente: «Guai al peccatore che cammina su due strade!»
(Sir 2, 12). Ora il peccatore cammina su due strade, quando compie
quello che è di Dio, ma desidera e cerca quello che è del mondo.
Bene
anche è detto: «Temeva Dio ed era alieno dal male»; perché la santa
Chiesa degli eletti intraprende nel timore le strade della sua
semplicità e rettitudine, ma le conduce a termine nella carità. Uno si
allontana completamente dal male, quando per amore di Dio comincia a non
voler più peccare. Se invece fa ancora il bene per timore, non si è del
tutto allontanato dal male; e pecca per questo, perché sarebbe disposto
a peccare, se lo potesse fare impunemente.
Perciò quando si dice
che Giobbe teme Dio, giustamente è detto anche che si teneva lontano
dal male, poiché mentre la carità sostituisce il timore, la colpa che
viene abbandonata dalla coscienza, viene pure calpestata dal proposito
della volontà.