L'opera della salvezza - Il Mondo di Aquila e Priscilla

Vai ai contenuti
LETTURE PATRISTICHE - Tempo di Pasqua
Dalla Costituzione «Sacrosanctum Concilium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla sacra Liturgia
(Nn. 5-6)
L'opera della salvezza

   Dio  «vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza  della verità» (1 Tm 2, 4), perciò, egli «che aveva già parlato nei tempi  antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti»  (Eb 1, 1), quando venne la pienezza dei tempi, mandò il suo Figlio,  Verbo fatto carne, unto di Spirito Santo, ad annunziare la buona novella  ai poveri, a risanare i cuori affranti (cfr. Is 61 ,1; Lc 4, 18)  «medico nella carne e nello spirito» (s. Ignazio), Mediatore tra Dio e  gli uomini (cfr. 1 Tm 2, 5). Infatti la sua umanità, nell'unità della  persona del Verbo, fu lo strumento della nostra salvezza. Per cui in  Cristo avvenne il perfetto riscatto della nostra riconciliazione e ci fu  data la pienezza del culto divino.
   Quest'opera della redenzione  umana e della perfetta glorificazione di Dio, che ha il suo preludio  nelle mirabili gesta divine, operate nel popolo del Vecchio Testamento,  fu compiuta da Cristo Signore, specialmente per mezzo del mistero  pasquale della sua beata Passione, Risurrezione da morte e gloriosa  Ascensione, mistero per il quale morendo ha distrutto la nostra morte e  risorgendo ha ridato a noi la vita. Infatti dal costato di Cristo  morente sulla croce è nato il mirabile sacramento di tutta la Chiesa.
   Pertanto,  come Cristo fu inviato dal Padre, così anch'egli ha inviato gli  apostoli, ripieni di Spirito Santo, non solo perché, predicando il  Vangelo a tutti gli uomini, annunziassero che il Figlio di Dio con la  sua morte e risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla  morte, e ci ha trasferiti nel regno del Padre, ma anche perché, per  mezzo del sacrificio e dei sacramenti, sui quali s'impernia tutta la  vita liturgica, attuassero l'opera della salvezza, che annunziavano.  Così, mediante il battesimo, gli uomini vengono inseriti nel mistero  pasquale di Cristo, con lui morti, sepolti e risuscitati; ricevono lo  spirito dei figli adottivi «per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!»  (Rm 8, 15), e diventano quei veri adoratori che il Padre ricerca.
   Egualmente,  ogni volta che essi mangiano la cena del Signore, ne proclamano la  morte fino a quando egli verrà. Per questo, proprio nel giorno di  Pentecoste, nel quale la Chiesa si manifestò al mondo, «quelli che  accolsero la parola» di Pietro «furono battezzati». Essi erano inoltre  assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione  fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere ... lodando insieme  Dio e godendo la stima di tutto il popolo (cfr. At 2, 42. 47).
   Da  allora, la Chiesa mai tralasciò di riunirsi in assemblea per celebrare  il mistero pasquale, leggendo «in tutte le Scritture ciò che si riferiva  a lui» (Lc 24, 27), celebrando l'Eucaristia, nella quale vengono  ripresentati la memoria e il trionfo della sua morte, rendendo nello  stesso tempo grazie a Dio per il suo dono ineffabile (cfr. 2 Cor 9, 15)  in Cristo Gesù, «a lode della sua gloria» (Ef 1, 12), per virtù dello  Spirito Santo.

Copyright © Il Mondo di Aquila e Priscilla By Salvo Massa
Torna ai contenuti