L'istituzione dell'Eucaristia - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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L'istituzione dell'Eucaristia

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,1)
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

Dal Vangelo secondo Matteo (26,26-28)
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo liede ai suoi discepoli dicendo: "Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati".
Un desiderio profondo sgorga dal cuore della Chiesa: tornare al Cenacolo, dove la Chiesa è nata come comunità in cui siamo chiamati ad essere "un cuor solo e un'anima sola": una famiglia; tornare là dove si possono gustare i profumi di grazia dell'Amore che si dona totalmente, "fino alla fine" (Gv 13,1): "Dio ha tanto amato io mondo da dare il suo Figlio unigenito" (Gv 3,16). Ti ringraziamo Padre, perché ci hai tanto amati da realizzare l'evento più straordinario, decisivo e imprevedibile della storia: l'Incarnazione di tuo Figlio in Gesù di Nazaret. "Dio si è fatto uomo" (cfr. Gv 1,14); Dio si è fatto uno di noi. Il tuo amore, però, è così grande, senza confini, che non ti è bastato questo. Tuo Figlio continua a scendere sulla terra ogni giorno, facendosi pane spezzato in ogni Eucaristia. Egli, la cui "magnificenza si innalza sopra i cieli" (Sal 8,2), si nasconde ogni giorno in una piccola ostia, perché desidera ardentemente farsi mangiare da noi, entrare in noi, nelle nostre carni; così, "penetra in noi fino al midollo" scrive Alberto Magno e ci rende "concorporei", "consanguinei" scrive Cirillo di Gerusalemme.
Dio opera tutto questo per entrare in intima amicizia con noi, per rivelarci la bellezza dell'Amore, per dirci che vale la pena vivere e spendere la nostra vita con Lui e per Lui. Questo agire di Dio ci dice che siamo preziosissimi per Lui. Quale straordinario mistero d'amore ci rivela tutto questo!
Questo mistero ci dice, allora, che l' "Eccomi" di Maria alla volontà divina, vuole prolungarsi nell' "Amen" che pronunciamo ogni volta che riceviamo il corpo di suo Figlio. Così nostra vita si trasfigurerà in un continuo "Amen" alla volontà divina, un continuo "Amen" all'Amore. Dio stesso trasformerà la nostra vita in un altare  vivente, dove le nostre persone saranno "pane spezzato" per Lui e per il prossimo.
La nostra memoria di Gesù non è, allora, ricordo, ma sua viva ed efficace presenza sull'altare delle cattedrali, delle chiese e dei tabernacoli che costellano la terra. Non solo. Ma la sua memoria diventa viva ed efficace presenza anche sull'altare della nostra vita e di quel tempio dello Spirito Santo che siamo noi. Gesù ci chiama ad essere suoi araldi, suoi strumenti di pace ed amore. Gesù eucaristico ci chiama ad essere uomini del perdono, della Parola, della carità e della lode: testimoni dell'Amore! Quale grande dignità abbiamo! Non possiamo allora non accogliere l'esortazione di s. Leone Magno: "Riconosci, o cristiano, la tua dignità!".

Padre nostro

10 Ave Maria

Gloria

Gesù mio...


Padre Nostro       Ave Maria          Gloria               Gesù mio     

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