Io sono la vite voi i tralci - Il Mondo di Aquila e Priscilla

Vai ai contenuti
LETTURE PATRISTICHE - Tempo di Pasqua
Dal «Commento sul vangelo di Giovanni» di san Cirillo d'Alessandria, vescovo
(Lib. 10, 2; PG 74, 331-334)
Io sono la vite, voi i tralci

   Il  Signore dice di se stesso di essere la vite, volendo mostrare la  necessità che noi siamo radicati nel suo amore, e il vantaggio che a noi  proviene dall'essere uniti a lui. Coloro che gli sono uniti, ed in  certo qual modo incorporati e innestati, li paragona ai tralci. Questi  sono resi partecipi della sua stessa natura, mediante la comunicazione  dello Spirito Santo. Infatti lo Spirito Santo di Cristo ci unisce a lui.
   Noi  ci siamo accostati a Cristo nella fede per una buona deliberazione  della volontà, ma partecipiamo della sua natura per aver ottenuto da lui  la dignità dell'adozione. Infatti, secondo san Paolo, «Chi si unisce al  Signore forma con lui un solo spirito» (1 Cor 6, 17).
   Noi siamo  edificati su Cristo, nostro sostegno e fondamento e siamo chiamati  pietre vive e spirituali per un sacerdozio santo e per il tempio di Dio  nello spirito. Non possiamo essere edificati se Cristo non si  costituisce nostro fondamento. La medesima cosa viene espressa con  l'analogia della vite.
   Dice di essere lui stesso la vite e quasi  la madre e la nutrice dei tralci che da essa spuntano. Infatti siamo  stati rigenerati da lui e in lui nello Spirito per portare frutti di  vita, ma di vita nuova che consiste essenzialmente nell'amore operoso  verso di lui. Quelli di prima erano frutti marci di una vita decadente.
   Siamo  poi conservati nell'essere, inseriti in qualche modo in lui, se ci  atteniamo tenacemente ai santi comandamenti che ci furono dati, se  mettiamo ogni cura nel conservare il grado di nobiltà ottenuto, e se non  permettiamo che venga contristato lo Spirito che abita in noi, quello  Spirito che ci rivela il senso dell'inabitazione divina.
   Il modo  con il quale noi siamo in Cristo ed egli in noi, ce lo spiega san  Giovanni: «Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi:  egli ci ha fatto dono del suo Spirito» (1 Gv 4, 13).
   Come la  radice comunica ai tralci le qualità e la condizione della sua natura,  così l'unigenito Verbo di Dio conferisce agli uomini, e soprattutto a  quelli che gli sono uniti per mezzo della fede, il suo Spirito, concede  loro ogni genere di santità, conferisce l'affinità e la parentela con la  natura sua e del Padre, alimenta l'amore e procura la scienza di ogni  virtù e bontà.

Copyright © Il Mondo di Aquila e Priscilla By Salvo Massa
Torna ai contenuti