Il saggio ha gli occhi in fronte - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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LETTURE PATRISTICHE - Tempo Ordinario
Dalle «Omelie sull'Ecclesiaste» di san Gregorio di Nissa, vescovo
(Om. 5; PG 44, 683-686)
Il saggio ha gli occhi in fronte

   Se  l'anima solleverà gli occhi verso il suo capo, che è Cristo, come  dichiara Paolo, dovrà ritenersi felice per la potenziata acutezza della  sua vista, perché terrà fissi gli occhi là dove non vi è l'oscurità del  male.
   Il grande apostolo Paolo, e altri grandi come lui, avevano  «gli occhi in fronte» e così pure tutti coloro che vivono, che si  muovono e sono in Cristo.
   Colui che si trova nella luce non vede  tenebre, così colui che ha il suo occhio fisso in Cristo, non può  contemplare che splendore. Con l'espressione «occhi in fronte», dunque,  intendiamo la mira puntata sul principio di tutto, su Cristo, virtù  assoluta e perfetta in ogni sua parte, e quindi sulla verità, sulla  giustizia, sull'integrità; su ogni forma di bene. Il saggio dunque ha  gli occhi in fronte, ma lo stolto cammina nel buio (Qo 2, 14). Chi non  pone la lucerna sul candelabro, ma sotto il letto, fa sì che per lui la  luce divenga tenebra. Quanti si dilettano di realtà perenni e di valori  autentici sono ritenuti sciocchi da chi non ha la vera sapienza. È in  questo senso che Paolo si diceva stolto per Cristo. Egli nella sua  santità e sapienza non si occupava di nessuna di quelle vanità, da cui  noi spesso siamo posseduti interamente. Dice infatti: Noi stolti a causa  di Cristo (1 Cor 4, 10) come per dire: Noi siamo ciechi di fronte a  tutte quelle cose che riguardano la caducità della vita, perché fissiamo  l'occhio verso le cose di lassù. Per questo egli era un senza tetto,  non aveva una sua mensa, era povero, errabondo, nudo, provato dalla fame  e dalla sete.
   Chi non lo avrebbe ritenuto un miserabile,  vedendolo in catene, percosso e oltraggiato? Egli era un naufrago  trascinato dai flutti in alto mare e portato da un luogo all'altro,  incatenato. Però, benché apparisse tale agli uomini, non distolse mai i  suoi occhi da Cristo, ma li tenne sempre rivolti al capo dicendo: Chi ci  separerà dalla carità che è in Cristo Gesù? Forse la tribolazione,  l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?  (cfr. Rm 8, 35). Vale a dire: Chi mi strapperà gli occhi dalla testa?  Chi mi costringerà a guardare ciò che è vile e spregevole?
   Anche a  noi comanda di fare altrettanto quando prescrive di gustare le cose di  lassù (cfr. Col 3, 1-2) cioè di tenere gli occhi sul capo, vale a dire  su Cristo.

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