Il prezzo del Natale - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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Fiumi d'acqua viva...

Il prezzo del Natale
Natale del Signore anno C
Messa della notte: Is. 9,1-3. 5-6; sal. 95; Tt. 2,11-14; Lc. 2,1-14
Messa dell'aurora: Is. 62,11-12; sa1.96; Tt. 3,4-7; Lc. 2,15-20;
Messa del giorno: Is. 52,7-10; sal. 97; Eb. 1,1-6; Gv. 1,1-18;1,1-5. 9-14

Con questo annuncio dato dagli angeli, Luca ci spiega il significatodel Natale di Gesù. Non solo Dio non nutre ostilità alcuna contro dinoi, ma l'amore incondizionato per le sue creature, è portatore di pace. Non è un fattoscontato. Se guardiamo come vanno le cose del mondo, facilmente può nascerel'indignazione di fronte a tante ingiustizie, menzogne, egoismi, stupidità; el'indignazione potrebbe generare cinismo e disprezzo dell'uomo. Ma Dio, quel Dioinfinitamente santo i cui occhi non possono vedere il male, quel Dio che non si fa maiconnivente con il male né per paura né per interesse; Dio rinuncia a rispondere alleingiustizie, alle empietà, alle bestemmie dell'uomo con la dura condanna che puresarebbe meritata e sceglie piuttosto di dire pace, di offrire il dono della riconciliazione, della sua amicizia. Lo fa con un segno semplicissimo ed eloquente: la nascita di unbambino al quale vengono attribuiti titoli straordinari: "Salvatore, Messia, Signore".Unendo a questi quelli del profeta Isaia, potremmo anche aggiungere:«Consigliereammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace» (Is 9, 5).Titoli più altinon si potrebbero immaginare. Eppure chi porta questi titoli non è un re circondatoda una splendida corte e difeso da un esercito potente; è un bambino, avvolto in fascee deposto in una mangiatoia. Solo comprendendo questo paradosso possiamo entrarenel mistero del Natale. L'infinitamente grande che non si vergogna di rivelarsi nelpiccolo; l'onnipotente che si riveste di fragilità e di debolezza. C'è un motivo sensato in questa scelta apparentemente incomprensibile. Un bambino non fa paura a nessuno perché non dispone di forza da poter usare contro gli altri. Dio non vuole esseretemuto ma amato; per questo non si manifesta facendo sfoggio del suo potere ma svelando la serietà del suo amore. Adamo, scoperto e smascherato dopo il peccato, aveva cercato inutilmente di nascondersi da Dio, per paura. Davanti al bambino di Betlemme non abbiamo bisogno di nascondere le nostre debolezze o i nostri peccati; non ci fa paura. La sua debolezza è per noi sorgente di sicurezza e di fiducia. Possiamo stare alla sua presenza senza provare turbamento o angoscia. Ma dobbiamo intendere bene. Vuol forse dire che Dio si rifiuta di confrontarsi con le ingiustizie e le guerre e le cattiverie che infettano il mondo reale e preferisce introdurci in un mondo virtuale fatto di colori tenui e di teneri sentimenti, dove tutto è bello, buono e sereno? Dove le brutture del mondo sono magicamente cancellate, ignorate? Il bambino che adoriamo questa notte è lo stesso che Isaia definisce "l'uomo dei dolori, che ben conosce il patiche ha subito la condanna ingiusta, la passione dolorosa, la morte infame. Se si presenta nei panni di un bambino inerme non è perché finga di non vedere il male del mondo, ma perché porta questo male sopra di sé senza rispondere con la violenza. Voglio dire che la dichiarazione di pace di Dio al mondo non è senza un prezzo; e questo prezzo è la passione e la croce. Lo ha espresso molto bene Giotto, nell'affresco sopra l'altare del santuario di Greccio: egli rappresenta la mangiatoia in cui il bambino viene deposto come fosse una tomba, immagine del sepolcro in cui verrà deposto il corpo morto di Gesù. Dio, dunque, ha pagato un prezzo alto e lo ha pagato per amore. Gli sta così tanto a cuore la vita dell'uomo, la libertà dell'uomo, che sceglie di presentarsi inerme in un mondo armato fino ai denti, innocente in un mondo di violenti. La scommessa di Dio è che in questo modo il cuore dell'uomo possa essere sanato. Nonostante tutto, Dio continua a credere e a sperare nell'intima bontà di ogni uomo! Ecco perché quella pace che più ci costa donare e accogliere, è anche quella più vera e feconda, perché porta in sé il segno di Bambino avvolto in fasce, cioè del Cristo morto e risorto; è,pertanto una pace trasformante, trasfigurante, piena di buona speranza. In fondo, lo sappiamo che i risentimenti rendono meno gioiosa la nostra vita, che i desideri di rivalsa sono una forma di schiavitù, che il bisogno di possedere sempre di più è solo una manifestazione di insicurezza. Forse non aveva tutti i torti Adamo quando desiderava essere come Dio; il suo errore fu pensare di poter raggiungere questo obiettivo tagliando ogni legame con Dio, affermando la sua individualità in modo assoluto. Il Natale ci pone davanti l'immagine di Dio in quella di un bambino per dirci quello che Gesù spiegherà ai suoi discepoli:«Chi si farà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel regno dei Cieli» (Mt 18, 4).In altri termini: se vuoi essere felice, non lasciarti prendere dalla spirale infinita del potere o del possedere. Apprezza il valore delle piccole cose della vita di ogni giorno; coltiva con pazienza e fedeltà i rapporti di amicizia; prenditi cura degli altri. Ti accorgerai che in questo mosarà la vita stessa a prendersi cura di te.


Don Roberto Zambolin


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