Il Natale del Signore è il Natale della pace - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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LETTURE PATRISTICHE - Tempo di Natale
Dai « Discorsi » di san Leone Magno, papa
Il Natale del Signore è il Natale della pace
  
L'infanzia, che il Figlio di Dio non ha ritenuto indegna     della sua maestà, si sviluppò con il crescere dell'età nella piena     maturità dell'uomo. Certo, compiutosi il trionfo della passione e della     risurrezione, appartiene al passato tutto l'abbassamento da lui accettato     per noi: tuttavia la festa d'oggi rinnova per noi i sacri inizi di Gesù,     nato dalla Vergine Maria. E mentre celebriamo in adorazione la nascita del     nostro Salvatore, ci troviamo a celebrare il nostro inizio: la nascita di     Cristo segna l'inizio del popolo cristiano; il natale del Capo è il natale     del Corpo. Sebbene tutti i figli della Chiesa ricevano la chiamata ciascuno     nel suo momento e siano distribuiti nel corso del tempo, pure tutti insieme,     nati dal fonte battesimale, sono generati con Cristo in questa natività,     così come con Cristo sono stati crocifissi nella passione, risuscitati     nella risurrezione, collocati alla destra del Padre nell'ascensione. Ogni     credente che in qualsiasi parte del mondo viene rigenerato in Cristo, rompe     i legami con la colpa d'origine e diventa uomo nuovo con una seconda     nascita. Ormai non appartiene più alla discendenza del padre secondo la     carne, ma alla generazione del Salvatore che si è fatto figlio dell'uomo     perché noi potessimo divenire figli di Dio. Se egli non scendesse a noi in     questo abbassamento della nascita, nessuno con i propri meriti potrebbe     salire a lui. La grandezza stessa del dono ricevuto esige da noi una stima     degna del suo splendore. Il beato Apostolo ce l'insegna: Non abbiamo     ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio per conoscere     tutto ciò che Dio ci ha donato (cfr. 1 Cor 2, 12). La sola maniera di     onorarlo degnamente è di offrirgli il dono stesso ricevuto da lui. Ora, per     onorare la presente festa, che cosa possiamo trovare di più confacente, fra     tutti i doni di Dio, se non la pace, quella pace, che fu annunziata la prima     volta dal canto degli angeli alla nascita del Signore? La pace genera i     figli di Dio, nutre l'amore, crea l'unione; essa è riposo dei beati, dimora     dell'eternità. Suo proprio compito e suo beneficio particolare è di unire     a Dio coloro che separa dal mondo del male. Quelli dunque che non da sangue     né da volere di carne né da volere d'uomo, ma da Dio sono nati (cfr. Gv 1,     13), offrano al Padre i loro cuori di figli uniti nella pace. Tutti i membri     della famiglia adottiva di Dio si incontrino in Cristo, primogenito della     nuova creazione, il quale venne a compiere non la sua volontà, ma quella di     chi l'aveva inviato. Il Padre infatti nella sua bontà gratuita adottò come     suoi credi non quelli che si sentivano divisi da discordie e     incompatibilità vicendevoli, bensì quelli che sinceramente vivevano ed     amavano la loro mutua fraterna unione. Infatti quanti sono stati plasmati     secondo un unico modello, devono possedere. una comune omogeneità di     spirito. Il Natale del Signore è il natale della pace. Lo dice l'apostolo:     Egli è la nostra pace, egli che di due popoli ne ha fatto uno solo (cfr. Ef     2, 14), perché, sia giudei sia pagani, « per mezzo di lui possiamo     presentarci al Padre in un solo Spirito » (Ef 2, 18).
 
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