Il Battesimo di Gesù nelle acque del Giordano
Dal Vangelo secondo Matteo (3,16-17)
Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed Egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di Lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto".
Gesù, ai piedi del Giordano, si mette in fila con i peccatori: farisei, sadducei, pubblicani, soldati, prostitute che "confessavano i loro peccati" (Mt 3,6). Egli si fa un uomo qualunque, un uomo di un piccolo villaggio, Nazaret, da cui — si diceva — non può venir nulla di buono (cfr. Gv 1,46). Gesù, dunque, sceglie l'ultimo posto tra i peccatori. Questo per poter abbracciare ciascuno di noi, fino al più grande peccatore, al più lontano dall'Amore e dalla Verità.
Egli con questa scelta non vuole semplicemente porsi accanto a noi, ma essere pienamente solidale con noi. In tal modo ci rivela la dinamica meravigliosa dell'amore trinitario, cioè che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo non sono l'uno accanto all'altro, ma l'uno per l'altro e nell'altro. Questo è l'amore che Gesù dona a ciascuno di noi: Egli è per noi, è in noi, è con noi per donarci la vita nuova del perdono e dell'amore. Quell'amore che ci conduce sugli orizzonti dello stupore. Egli, infatti, pur essendo vero Dio e vero uomo senza peccato, vuole ricevere il battesimo da Giovanni: "un battesimo di conversione per il perdono dei peccati", sottolinea l'evangelista Marco (1,4).
Gesù, immergendosi nel Giordano, si fa una cosa sola con quelle acque simbolo della nostra storia. Storia che scorre sulle strade della vita con le sue conquiste e i suoi fallimenti, con le sue gioie e i suoi dolori, con i suoi gridi di libertà e di disperazione, con il suo peccato.
Gesù immerso nel Giordano, allora, ci vuole dire: `Coraggio, non temete, io sono con voi, sempre. Per quanto possa essere grande il vostro peccato, il mio amore è infinitamente più grande".
Ma non basta! Il gesto di Gesù è una parola d'amore che prefigura la parola della croce: "Ho sete" (Gv 19,28).
Egli ha sete del nostro amore, ha sete di vederci nella gioia, nella pace, nella libertà e nell'amore. Il suo Cuore è così arso d'amore che si disseta assumendo su di sé i fallimenti, le grida di disperazione e i peccati dei suoi figli, donando loro lo Spirito Santo: "vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba". La colomba ci rimanda al racconto del diluvio dove annunciava la pace e la salvezza.
Nel battesimo di Gesù, scrive Pietro Crisologo, "lo Spirito Santo si libra sulle acque sotto forma di colomba, perché, come la colomba di Noè aveva annunziato che il diluvio universale era cessato, così, a indicazione di questa, si comprendesse che l'eterno naufragio del mondo era finito".
Il battesimo di Gesù ha fatto risplendere un nuovo arcobaleno, che segna la nuova alleanza da cui nasce la nostra nuova vita: "vi ho chiamato amici" (Gv 15,15); "Dio è amore" I Gv 4,16).
Egli con questa scelta non vuole semplicemente porsi accanto a noi, ma essere pienamente solidale con noi. In tal modo ci rivela la dinamica meravigliosa dell'amore trinitario, cioè che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo non sono l'uno accanto all'altro, ma l'uno per l'altro e nell'altro. Questo è l'amore che Gesù dona a ciascuno di noi: Egli è per noi, è in noi, è con noi per donarci la vita nuova del perdono e dell'amore. Quell'amore che ci conduce sugli orizzonti dello stupore. Egli, infatti, pur essendo vero Dio e vero uomo senza peccato, vuole ricevere il battesimo da Giovanni: "un battesimo di conversione per il perdono dei peccati", sottolinea l'evangelista Marco (1,4).
Gesù, immergendosi nel Giordano, si fa una cosa sola con quelle acque simbolo della nostra storia. Storia che scorre sulle strade della vita con le sue conquiste e i suoi fallimenti, con le sue gioie e i suoi dolori, con i suoi gridi di libertà e di disperazione, con il suo peccato.
Gesù immerso nel Giordano, allora, ci vuole dire: `Coraggio, non temete, io sono con voi, sempre. Per quanto possa essere grande il vostro peccato, il mio amore è infinitamente più grande".
Ma non basta! Il gesto di Gesù è una parola d'amore che prefigura la parola della croce: "Ho sete" (Gv 19,28).
Egli ha sete del nostro amore, ha sete di vederci nella gioia, nella pace, nella libertà e nell'amore. Il suo Cuore è così arso d'amore che si disseta assumendo su di sé i fallimenti, le grida di disperazione e i peccati dei suoi figli, donando loro lo Spirito Santo: "vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba". La colomba ci rimanda al racconto del diluvio dove annunciava la pace e la salvezza.
Nel battesimo di Gesù, scrive Pietro Crisologo, "lo Spirito Santo si libra sulle acque sotto forma di colomba, perché, come la colomba di Noè aveva annunziato che il diluvio universale era cessato, così, a indicazione di questa, si comprendesse che l'eterno naufragio del mondo era finito".
Il battesimo di Gesù ha fatto risplendere un nuovo arcobaleno, che segna la nuova alleanza da cui nasce la nostra nuova vita: "vi ho chiamato amici" (Gv 15,15); "Dio è amore" I Gv 4,16).
Padre nostro
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Padre Nostro Ave Maria Gloria Gesù mio