I sogni di Dio e i nostri - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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Fiumi d'acqua viva...

I sogni di Dio e i nostri
5° Domenica del Tempo Ordinario anno C
(Is.6,1-2a; sal.137; 1Cor.15,1-11; Lc.5,1-11)

Chi di noi, fin da ragazzo, e ancor più da giovane, non ha sognato grandi traguardi nella vita? Anche oggi, pur consapevoli delle difficoltà economiche e lavorative, i giovani non rinunciano  a sognare per se stessi un futuro che in qualche modo li realizzi.Guai se la nostra vita non avesse dei sogni: sarebbe segno di una scarsa fiducia in se stessi, sarebbe come un condannarsi a vivere alla giornata, senza mettere a frutto i tanti carismi che Dio, con generosità, ci ha donato. È certo che Dio, nella sua  infinita fantasia amorosa, a tutti, ma proprio a tutti, senza distinzione tra ricchi e poveri, sani e malati, semplici e colti, ha dotato gli uomini di capacità  interiori e di meravigliosi doni di grazia che a volte esplodono nelle  vita stupenda e attraente di tanti santi conosciuti a tutti oppure conosciuti solo a noi,fra le persone che conosciamo; o  in tante  opere d’arte frutto della mente e del cuore umano , come le composizioni poetiche, letterarie, musicali; oppure  in tanti rami della scienza medica, fisica, informatica, chimica e via dicendo. Tutto queste doti hanno un solo fine: dare gloria al Padre, esprimere amore e servizio per le creature che Dio ha fatto  e suscitare il bene tra gli uomini. Purtroppo sperimentiamo anche come, a volte, noi uomini usiamo le capacità che Dio ci ha donato per un’affermazione di superbia o addirittura per scoperte contro l’uomo. Basta un esempio. Quando gli scienziati scoprirono l’energia dell’atomo, certamente si trovarono di fronte ad una grande forza della natura. Sappiamo tutti che noi uomini, per la libertà, dono del Signore, possiamo usare i beni di Dio come gloria al Signore e aiuto all’uomo, o contro l’uomo. Fu così che la tecnologia usò l’atomo per costruire e usare, a fini bellici, la bomba atomica! Con le atroci conseguenze  che tutti conosciamo. Ma è anche vero che l’energia atomica può essere usata a fini di bene. Così è lo stesso per la letteratura e l’arte in genere, la tecnologia e quanto viene dalla persona. C’è sempre la possibilità di usare i doni di Dio per o contro il bene.  Quando ero ragazzo sognavo di essere missionario e, camminando per le strade, fantasticavo a mio modo l’Africa e io che la percorrevo in lungo e in largo, predicando. Nelle famiglie di oggi difficilmente si suggeriscono sogni che siano quelli di Dio su di noi. Si alimentano piuttosto sogni vani o che falliscono miseramente, dopo aver consumato la vita. È la situazione di cui narra il Vangelo di oggi, con la pesca notturna di Pietro: buoni ed esperti pescatori, che quella sera però tornarono a riva senza aver preso nulla, ed è duro accettare il fallimento. I veri sogni nell’uomo sono quelli che Dio ha fatto per noi e sono stupendi, se sappiano capirli e viverli. Come S. Francesco che, da ricco che era, sentendo la Parola di Gesù: “Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”, la rivelazione del grande sogno di Dio su di lui: un sogno che ha segnato la sua storia e di tanti dopo di Lui e l’ha trasformata! Chissà chi diventeremmo se davvero seguissimo i sogni di Dio su di noi. Eppure quanti segni Dio ci manda, dentro e fuori il nostro cuore e quanti ne lasciamo cadere : o per paura, o per indifferenza, o perché li riteniamo troppo alti per noi, o perché preoccupati a inseguire i nostri sogni....Gesù manifesta i suoi disegni, a volte, proprio quando noi sperimentiamo tutta la nostra povertà.Così è nel Vangelo: a quel momento non erano grandi i sogni di Pietro. La sua vita si era come appiattita nell’ordinarietà, senza ‘andare oltre’. Ma giunge il momento in cui è totale il fallimento, e quindi la sua povertà di pescatore. Sono quei momenti che capitano a tutti, quando i nostri sogni cadono nel nulla, con la voglia di darsi per vinti nella vita e quindi rassegnarsi.Ma la vita, secondo i disegni di Dio, non conosce questo lasciare cadere le braccia, rinunciando ad impegnarsi. È il momento dell’incontro con Gesù che fa sentire la sua voce: “Prendi il largo... va’ oltre questo fallimento... ì fece Pietro, insieme con gli apostoli, e tutti sappiamo come è andata a finire: “diventarono pescatori ndi uomini”. E’ proprio sulle rovine de i nostri sogni umani, che Dio inizia a dare il via ai  suoi sogni . Forse è solo perché non abbiamo il coraggio di ‘andare oltre’ le nostre povertà, i nostri piccoli sogni, fidandoci ciecamente della Sua Potenza.Il cambiamento di rotta nella vita riesce sempre, se ci si affida a Chi ha tracciato dall’eternità la rotta stessa. Ma se, dopo aver inseguito, con fatiche immani, sogni sbagliati, ci troviamo a mani vuote e non sappiamo interrogarci se quello che abbiamo cercato era davvero la ‘rotta’ di Dio, il fallimento è assicurato. Siamo certi che Dio attende solo che gli affidiamo il timone per dirigere la rotta della nostra vita, non dove abbiamo sognato, ma dove Lui ha pensato e voluto. L’avremo questo coraggio?


Don Roberto Zambolin


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