LETTURE PATRISTICHE - Tempo di Pasqua
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. sull'Ascensione, 24; PL 54, 395-396)
I giorni tra la risurrezione e l'ascensione del Signore
I giorni tra la risurrezione e l'ascensione del Signore
Miei
cari, i giorni intercorsi tra la risurrezione del Signore e la sua
ascensione, non sono passati inutilmente, ma in essi sono stati
confermati grandi misteri e sono state rivelate grandi verità.
Venne
eliminato il timore di una morte crudele, e venne annunziata non solo
l'immortalità dell'anima, ma anche quella del corpo. Durante quei
giorni, in virtù del soffio divino, venne effuso su tutti gli apostoli
lo Spirito Santo, e a san Pietro apostolo, dopo la consegna delle chiavi
del Regno, venne affidata la cura suprema del gregge del Signore.
In
questi giorni il Signore si unisce, come terzo, ai due discepoli lungo
il cammino, e per dissipare in noi ogni ombra di incertezza, biasima la
fede languida di quei due spaventati e trepidanti. Quei cuori da lui
illuminati s'infiammano di fede e, mentre prima erano freddi, diventano
ardenti, man mano che il Signore spiega loro le Scritture. Quando egli
spezza il pane, anche lo sguardo di quei commensali si apre. Si aprono
gli occhi dei due discepoli come quelli dei progenitori. Ma quanto più
felicemente gli occhi dei due discepoli dinanzi alla glorificazione
della propria natura, manifestata in Cristo, che gli occhi dei
progenitori dinanzi alla vergogna della propria prevaricazione!
Perciò,
o miei cari, durante tutto questo tempo trascorso tra la risurrezione
del Signore e la sua ascensione, la divina Provvidenza questo ha avuto
di mira, questo ha comunicato, questo ha voluto insinuare negli occhi e
nei cuori dei suoi: la ferma certezza che il Signore Gesù Cristo era
veramente risuscitato, come realmente era nato, realmente aveva patito
ed era realmente morto.
Perciò i santi apostoli e tutti i
discepoli che avevano trepidato per la tragedia della croce ed erano
dubbiosi nel credere alla risurrezione, furono talmente rinfrancati
dall'evidenza della verità, che, al momento in cui il Signore saliva
nell'alto dei cieli, non solo non ne furono affatto rattristati, ma anzi
furono ricolmi di grande gioia.
Ed avevano davvero un grande e
ineffabile motivo di rallegrarsi. Essi infatti, insieme a quella folla
fortunata, contemplavano la natura umana mentre saliva ad una dignità
superiore a quella delle creature celesti. Essa oltrepassava le
gerarchie angeliche, per essere innalzata al di sopra della sublimità
degli arcangeli, senza incontrare a nessun livello per quanto alto, un
limite alla sua ascesa. Infine, chiamata a prender posto presso l'eterno
Padre, venne associata a lui nel trono della gloria, mentre era unita
alla sua natura nella Persona del Figlio.