Fiumi d'acqua viva...
Gli auguri natalizi di Maria
4° Domenica di Avvento anno C
(Michea 5,1-4a; sal.79; Eb.10,5-10; Lc.1,39-45)
4° Domenica di Avvento anno C
(Michea 5,1-4a; sal.79; Eb.10,5-10; Lc.1,39-45)
Siamo ormai alle soglie del Natale. La liturgia di questa domenica, ricordandoci il saluto della cugina Elisabetta a Maria “ Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”(Lc.1,42) ci consegna già al giorno del Natale di Gesù. E ci consegna così come siamo: forse, lo speriamo, un poco più pronti ad accogliere il Signore, se ci siamo lasciati toccare il cuore dal Vangelo; oppure ancora così appesantiti dai nostri pensieri, dai nostri affanni quotidiani, dalle mille cose da fare, che troviamo con fatica un po’ di spazio per accogliere nella preghiera, nell’ascolto della sua Parola, nella contemplazione della figura di Maria, la vera discepola del Signore, Cristo che viene. Come lo abbiamo trascorso questo avvento? E’ cresciuto in noi il desiderio di Gesù? Abbiamo purificato il nostro cuore così da renderlo accogliente e ospitale al “Dio con noi”? Oppure il cuore è ancora talmente pieno di zavorra e maleodorante, che il figlio di Dio…si sentirebbe male entrando da noi? Abbiamo ancora qualche giorno: non sprechiamo il tempo! Prima di fare i mille preparativi : il presepio, l’albero di natale, i regali o le spese per pranzi, mettiamo a posto noi stessi. Il più bel regalo che possiamo fare a Cristo è rendere la nostra vita degna di essere abitata da Lui. In questo senso, è un giorno di grazia questa domenica perché ci ripete di affrettare i passi del nostro cuore. Il Natale è alle porte. Tutti possiamo e dobbiamo rinascere, se vogliamo rendere più vivibili il creato e l’ambiente delle relazioni umane. Una luce sta per venire e tutti potranno vederla. Ma, innanzitutto, sta davanti a noi la Madre di Gesù. Maria è l’esempio di come il credente attende il Signore, di come si può vivere il Natale. Per Lei il Natale non era quello facile e ormai scontato degli addobbi e delle vetrine a festa. Si trattava di un Natale vero, ossia della nascita di un bambino che le stava cambiando tutta la vita e tutte le decisioni che pure aveva già preso. Maria viene ad annunciarci questo Natale; viene ad annunciarlo in mezzo a noi con lo stesso amore con cui andò ad annunciarlo all’anziana cugina Elisabetta. Solo che per venire fra noi, Maria non parte più da Nazareth ma… dal cielo e scende giù accanto ad ognuno di noi. Sì, traversa i cieli per starci vicino. E’ venuta qui. Ma le resta da fare ancora un altro pezzo di strada, che è forse più arduo e più difficile di quello di attraversare i cieli e di quello che, a suo tempo, fece per andare a trovare la cugina Elisabettaquasi 150 Km a piedi, in montagnaE’ quel tratto di cammino che lei deve compiere per raggiungere e toccare il nostro cuore. Le lasceremo superare le montagne di indifferenza e di egoismo che si ergono dentro di noi? Le permetteremo di oltrepassare le voragini di odio e di inimicizia che abbiamo scavato nel nostro animo? Le lasceremo aprirsi un varco tra le erbe velenose e amare che rendono insensibili i nostri cuori, cattivi i nostri pensieri e violenti i comportamenti? E riusciranno a sentire il suo saluto? Beati noi se, visitati da Maria, ascoltiamo il suo saluto. Accadrà a noi quello che accadde ad Elisabetta. Scrive l’evangelista: “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!”(Lc.1,42-43) Queste parole le ripetiamo ogni volta che recitiamo l’Ave Maria. Ma il loro vero senso glielo diamo oggi, noi. Se anche noi, come lei, ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio e prontamente ci alziamo in piedi per metterci, in fretta, in cammino verso una vita nuova, improntata all’amore, alla carità, alla accoglienza di Dio che viene in ogni carne umana, anche la più piccola, povera, indifesa, bisognosa di amoreallora anche noi, come Maria, saremo benedetti dal Signore e la nostra vita sarà anche benedizione per gli altri. Maria non è rimasta a casa a fare l’albero di Natale o a preparare pranzi e regali o ad addobbare in qualche modo la casaè andata da un’anziana donnasia per vedere ciò che Dio aveva compiuto di meraviglioso in una donna sterile e ormai avanti negli anni, sia per dare una mano alla cugina bisognosa d’aiuto. Il cuore si allarga se smettiamo di pensare sempre a noi stessi; i pensieri diventano più teneri se ci avviciniamo a chi ha bisogno di aiuto; i comportamenti diventano più dolci se stiamo vicino ai poveri, ai deboli, ai malati, e impariamo ad amarli. Questo è il Natalefesta della amicizia, della solidarietà, della condivione. S.Paolo presenta così il Natale del Signore«’ apparsa la grazia di Dio che insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e pietà» (Tt.2,11)
Don Roberto Zambolin