Giobbe prefigurava Cristo - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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LETTURE PATRISTICHE - Tempo Ordinario
Dai «Trattati» di san Zeno di Verona, vescovo
(15, 2; PL 11, 441-443)
Giobbe prefigurava Cristo

   Per  quanto ci è dato capire, fratelli carissimi, Giobbe prefigurava Cristo.  Il confronto dimostrerà l'esattezza di questa asserzione. Giobbe è  stato dichiarato giusto da Dio e Cristo è la giustizia stessa. Da lui,  come da sorgente, attingono tutti quelli che sono beati. Di lui infatti è  stato detto: Spunterà per voi il sole di giustizia (cfr. Ml 3, 20).  Giobbe è stato detto uomo veritiero. Ora il Signore è la verità stessa.  Nel vangelo ha detto: «Io sono la via e la verità» (Gv 14, 6). Giobbe è  stato ricco. E chi è ricco più del Signore? Sono suoi servi tutti i  ricchi e a lui appartiene tutta la terra con tutte le cose che vi sono  contenute, come attesta il grande profeta David: «Del Signore è la terra  e quanto contiene, l'universo e i suoi abitanti» (Sal 23, 1). Tre volte  Giobbe è stato tentato dal diavolo. Allo stesso modo tre volte, come  dice l'Evangelista, il diavolo ha cercato di tentare il Signore.
   Giobbe  fu privato di tutte le ricchezze che possedeva, anche il Signore, per  amor nostro, si privò di tutti i beni celesti e si fece povero, per fare  ricchi noi. Il diavolo uccise nel suo furore i figli di Giobbe. Anche  il popolo fariseo nel suo pazzo odio uccise i profeti, figli del  Signore.
   Giobbe fu ricoperto di piaghe. Anche il Signore,  assumendo la nostra carne, si ricoprì delle sozzure e delle iniquità di  tutto il genere umano.
   La moglie esortava Giobbe a maledire. Così  la sinagoga cercava di spingere il Signore a seguire le false  tradizioni dei farisei.
   Giobbe fu insultato dagli amici e anche il Signore fu insultato dai suoi sacerdoti, da quelli che avrebbero dovuto onorarlo.
   Giobbe  giaceva abbandonato nell'immondezzaio, dove brulicavano i vermi e anche  il Signore giacque nel vero immondezzaio, cioè nel fango di questo  mondo, in mezzo a quei veri vermi che sono gli uomini pieni di ogni  scelleratezza e di ogni passione.
   Giobbe riacquistò la salute del  suo corpo e dei suoi beni. Il Signore con la sua risurrezione da morte  ha donato a quanti credono in lui non soltanto la salvezza, ma anche  l'immortalità e ha ripreso il dominio su tutte le cose, secondo quanto  egli stesso afferma: «Tutto mi è stato dato dal Padre mio» (Mt 11, 27).
   Giobbe  generò altri figli al posto di quelli perduti. Anche il Signore al  posto dei profeti generò, quali suoi figli, i santi apostoli.
   Giobbe  finalmente, al colmo della felicità, riposò in pace. Il Signore invece  resta benedetto in eterno per tutti i secoli dei secoli.

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