Gesù prega e suda sangue nell'orto degli Ulivi - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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Gesù prega e suda sangue nell'orto degli Ulivi

Dal Vangelo secondo Luca (22,39-44)

Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: "Pregate, per non entrare in tentazione". Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà". Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.
Inoltriamoci con raccoglimento nell'orto degli Ulivi, dove scorgiamo la scena profondamente intensa dell'agonia di Gesù nel Getsemani. Siamo di fronte al Mistero nel mistero, verso il quale non possiamo far altro che prostrarci in adorazione, lasciandoci interpellare e illuminare dall'inaudito amore di Dio che in esso si rivela.
Lì siamo chiamati a contemplare, come afferma Giovanni Paolo II, il volto di Cristo nell'aspetto più paradossale del suo mistero, quello dell'ora della croce.
"Gesù, scrive il Santo Padre, oppresso dalla previsione della prova che lo attende, solo davanti a Dio, lo invoca con la sua abituale e tenera espressione di confidenza: «Abbà, Padre»".
In questa ora, Gesù spezza se stesso per ridonare all'uomo il volto del Padre, caricandosi del volto del peccato: "Maledetto chi pende dal legno", leggiamo nel libro del Deuteronomio (21, 23).
Egli, pronunciando le parole, "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42), rivive in se stesso i gesti e il significato dell'ultima cena.
Egli, in uno stato di oppressione e al medesimo tempo di profonda preghiera, si appoggia sopra una roccia, carico di angoscia, di tristezza e del peso del peccato di tutta l'umanità, del mio peccato. Quella roccia si trasforma così in un altare, dove Egli, rivivendo l'ultima cena, prende se stesso, si spezza, cioè spezza la sua volontà per offrirla al Padre.
Con Maria, donna della speranza, uniamoci alle parole di Gesù. Appoggiamoci sulla roccia della sua Parola e prendiamo noi stessi, la nostra volontà, spezziamola per far vivere in noi pienamente la volontà di Dio. Con Maria, pronunciamo il nostro sì negli orti dei nostri Getsemani.
Il nostro cuore diverrà allora un altare dove Gesù celebrerà continuamente la Messa dell'Amore. Egli, nello spazio aperto dal nostro sì doloroso, farà germogliare la pace, la gioia e la libertà. Il nostro cuore si trasformerà allora nella dimora di quell'oceano di pace che è la Santissima Trinità.

Padre nostro

10 Ave Maria

Gloria

Gesù mio...


Padre Nostro       Ave Maria          Gloria               Gesù mio     

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