Gesù condannato a morte sale il Calvario portando la croce - Il Mondo di Aquila e Priscilla

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Gesù condannato a morte sale il Calvario portando la croce

Dal Vangelo secondo Matteo (27,31-32)

Dopo averlo insultato, i soldati presero Gesù, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prendere su la croce di Gesù.
Gesù, è profondamente provato dalla terribile flagellazione e dal tradimento della sua gente, che ha preferito liberare un omicida, Barabba, invece della sua persona. Egli sta camminando barcollante, sotto il peso della croce, sulla via del Calvario. In quel tratto di strada si condensano tutte le strade della storia dell'umanità, dove troviamo il sangue di tante guerre, le urla di tanto dolore, le grida della disperazione, i segni del peccato. In quel tratto di strada scopriamo le salite della nostra storia: Gesù sta percorrendo la via dei nostri calvari.
Ogni dolore, anche il più segreto, il più nascosto, il più insignificante ai nostri occhi, viene accolto dalle braccia di Gesù "spalancate" per amore: Egli lo fa suo. Nessuna sofferenza, allora, è inutile; nessuna sofferenza è priva di senso; in nessuna sofferenza siamo soli. In ogni sofferenza c'è Gesù che soffre con noi, o meglio, porta la nostra croce con noi e trasforma il legno del dolore nell'albero fiorito e rigoglioso della Risurrezione.
Contempliamo ancora il mistero dell'Amore di Dio in Gesù che cammina. Egli è così solo e abbandonato nel suo camminare, che i soldati romani devono "costringere" un uomo, il cireneo, a portare la sua croce: costringere un uomo ad aiutare Dio! Gesù è abbandonato completamente dagli uomini; rifiutato da essi, da coloro a cui aveva donato tanto amore nella sua missione, da coloro a cui aveva fatto tanto del bene, guarendo malati, risuscitando morti, donando il pane della parola di Verità e il pane del nutrimento fisico...
Non c'è solitudine, non c'è emarginazione, allora, che non sia guardata con intensissimo amore e tenerezza da Dio, che non venga da Dio fatta sua, che non sia poi trasformata in un incontro con Lui stesso. Madre Teresa diceva: "I poveri sono Gesù sul Calvario oggi". In loro continua la passione di Cristo per la salvezza del mondo. Accostiamoci con tanto amore e tenerezza al dolore dell'uomo, accogliamo il nostro dolore: è un incontro con Gesù sul Calvario oggi. Il camminare della nostra vita si trasformerà in un altare dove Dio celebra una continua s. Messa: Dio ci viene incontro per elevarci alle altezze dell'Amore e farci partecipi della sua opera di salvezza: "Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa"
(Col 1,24).

Padre nostro

10 Ave Maria

Gloria

Gesù mio...


Padre Nostro       Ave Maria          Gloria               Gesù mio     

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