LETTURE PATRISTICHE - Tempo Ordinario
Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
(Capp. 31-33; Funk 1, 99-103)
Fin da principio Dio ha giustificato tutti per mezzo della fede
Fin da principio Dio ha giustificato tutti per mezzo della fede
Meditiamo attentamente il mistero della benedizione che Dio dà agli
uomini e vediamo quali sono le vie che conducono ad essa. Ripercorriamo
gli avvenimenti fin dall'inizio.
Per quale motivo il nostro
patriarca Abramo fu benedetto? Non forse perché operò la giustizia e la
verità mediante la fede? Isacco, pieno di fiducia, si lasciò condurre di
buon grado al sacrificio, conoscendo il futuro. Giacobbe in umiltà, a
motivo del fratello, abbandonò la sua terra e si recò da Làbano cui
prestò servizio, e gli furono dati i dodici scettri di Israele.
Ora
se qualcuno, con animo sincero, passa in rassegna a uno a uno i doni
che Dio ha concesso, ne riconoscerà la magnificenza. Da Giacobbe infatti
ebbero origine tutti i sacerdoti e i leviti che servono all'altare di
Dio, da lui viene il Signore Gesù secondo la carne, da lui i re, i
principi e i condottieri della tribù di Giuda. E neppure le altre sue
tribù si trovano in minore onore, per il fatto che il Signore promette:
«La tua discendenza sarà numerosa come le stelle del cielo» (Gn 15, 5;
22, 17; 26, 4).
Tutti costoro dunque si sono acquistati gloria e
grandezza non da se stessi o per le loro opere o per la giustizia con
cui hanno agito, ma piuttosto per la volontà di Dio. Anche noi perciò,
chiamati nel Cristo Gesù, in grazia della sua volontà, siamo
giustificati non per nostro merito, né per la nostra sapienza o
intelligenza o pietà o altra opera che possiamo aver compiuto sia pure
con santità di intenzione, ma per mezzo della fede, con la quale Dio
onnipotente ha giustificato tutti fin da principio. A lui sia gloria nei
secoli dei secoli. Amen.
Che cosa faremo allora, o fratelli?
Cesseremo dalle buone opere e abbandoneremo la carità? Il Signore mai
permetta che ci succeda tale sventura, ma affrettiamoci a compiere ogni
opera buona. Anzi siano proprio le opere sante fonte della nostra gioia.
Imitiamo in ciò il Creatore e Signore di tutte le cose che gioisce di
quanto compie.
Egli ha reso stabili i cieli con la sua sovrana
potenza e li ha ordinati con la incomprensibile sapienza; separò pure la
terra dall'acqua che la circonda e la consolidò sul sicuro fondamento
della sua volontà. Chiamò all'esistenza, con un suo comando, gli animali
che si muovono sulla terra; così pure, avendo prima predisposto il
mare, vi rinchiuse con la sua potenza gli animali che in esso vivono.
Al
di sopra di tutto plasmò con le sue mani sante e purissime quell'essere
superiore ed eccelso che è l'uomo, quale espressione della sua
immagine. Così dice infatti Dio: Facciamo l'uomo a nostra immagine e
somiglianza; e Dio fece l'uomo, maschio e femmina li creò (cfr. Gn 1,
26-27).
Compiuta la creazione, la trovò bella, la benedisse e
comandò agli esseri viventi: «Siate fecondi e moltiplicatevi» (Gn 1,
28).
Teniamo presente come tutti i giusti si adornarono di buone
opere, e come lo stesso Signore se ne ornò per parte sua e ne gioì.
Davanti a un tal modello, aderiamo con prontezza alla sua volontà e con
ogni energia compiamo le opere della giustizia.