E adesso chi ci salverà? - Il Mondo di Aquila e Priscilla

Vai ai contenuti
Fiumi d'acqua viva...

E adesso chi ci salverà?
3° Domenica del Tempo Ordinario anno A
(Is. 8,23b-9,3; sal.26; 1Cor. 1,10-13,17; Mt. 4,12-23)

Dio è imprevedibile quando ci ostiniamo a voler intuire le sue mosse, seguendo i nostri criteri umani, ci sfugge sempre "Può forse venire qualche cosa di buono da Nazaret?"(Gv.1,46) si diceva allora, alalla venuta del Messia. Invece è proprio da Nazaret che è venuto Colui che è "la luce per illuminare le genti e la gloria di Israele"(Lc.2,32) L'esperienza dovrebbe insegnarci il metodo giusto per trovare Dio: basterebbe cerlà dove la nostra logica lo esclude... La logica umana condusse i Magi a Geil potere è fonte di conoscenza e di sapienza, pensavano; se non lo sa Erode? Essi però non Lo trovarono nei palazzi del re. Gesù lo incontrarono quando si adattarono alla logica di Dio, che è quella della semplicità, della sincerità di cuodel calore degli affetti condivisi. e Io trovano a Betlemme. Anche oggi viviamo tempi da attesa messianica. Tutti attendiamo qualche cosa in questa nostra Italia umiliata e corrotta, come la terra di Zabulon e di Neftali, da chi dovrebbe, al congovernarci con sapienza, prudenza, trasparenza morale e attenzione al bene comune; senza cercare i propri comodi all'ombra dell'impunità o nascondendosi dietro paraventi istituzionali e/ o religiosi. La gente è disorientata, sembra si siano passati i limiti della decenza e della tolleranza: donde verrà questa volta il messia? Dalla politica, da profeti laici che hanno qualche sussulto vero di dignità, dalla gente del nord o da quella del sud, dalle file del mondo cattolico? Dove nascerà un nuovo San Francesco o un nuovo Don Bosco, o una santa Caterina da Siena o un san Tommaso Moro? O forse vi è bisogno di un nuovo Giovanni Battista che, con la testimonianza di una vita semplice e giusta e con la forza della Parola di Dio faccia riflettere tutti, credenti e non credenti? Sta di fatto che un certo modo disinie furbesco di pensare la cosa pubblica, la morale, i rapporti con le donne, le reaffettive e sessuali sono ampiamente diffusi nella nostra cultura da parecanni: e guai a parlarne, altrimenti si passa per oscurantisti e bigotti!. Ora che in questi tempi tanto se ne sparla perché implicata gente che invece ci dovrebbe dare il buon esempio, tutti a stracciarci le vesti e fare i moralisti. Ma interroghiamo davvero la nostra coscienza: noi come la pensiamo in fatto di etica sessuale, privae pubblica? Cosa diciamo e soprattutto che cosa insegniamo ai nostri figli attrai nostri comportamenti privati e pubblici? Quali messaggi o valori (o disvafacciamo passare nel tempo della loro crescita e formazione? A sentire le condi tante ragazze/i si rimane a volte sconcertati di quanto ci raccontano cadentro le pareti delle loro famiglie o di quanto fanno gli adulti, donne e uoche conoscono, spesso loro parenti. Questo non per avvallare il puzzo che viene da chi sta in alto, al contrario, per bloccarlo, invece, sul nascere; per togliere l'humus, quel terreno dentro il quale possono crescere e svilupparsi tante erbacce in fondo, (perché non dircelo?), piuttosto tollerate dalla pubblica opinione. Pertanse vogliamo cambiare le cose, in basso e in alto, dobbiamo partire da noi e pasdavvero una mano sulla nostra coscienza e chiederci se certe persone di cui oggi tanto si parla, non incarnino invece una certa cultura delle relazioni che noi abbiamo coltivato, favorito e avvallato in mille modi e da troppo tempo. Se non avverrà un mutamente nel modo di pensare e di vivere, soprattutto le relazioni afe sessuali, e presto, per i giovani di oggi certi modelli non solo non saranno da rifiutare, ma addirittura da imitare, perchè chi più ha potere, più può ottenere! Bruttissimo messaggio, questo, ma tant'è... "Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia" .(1-s. 8,2) Una cosa è certa: Dio non permetterà che trionfino le tenebre e il lutto. La gioia e la letizia saranno tanto più grandi, quanto più la salvezza sarà umanamente impossibile e immeritata. E in questo nostro tempo, a quanto pare, il buon senso non è più sufficiente e il riferimento ai valori umani è troppo fragile e scontato. E' necessario far riferimento ad una antropologia più esigente, più alta, più radicale: quella che viene dall'Alto, dalla Parola del Figlio di Dio. Abbiamo bisogno di una "luce superiore", altrimenti tutto rischia di andare in corto circuito. Gesù stesso afferma "Chi mi segue, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vi(Gv.8,12). Il dramma che si intreccia intorno a Lui è un affrontarsi di luci e di tenebre: la luce brilla nelle tenebre (Gv.1,4), e il mondo malvagio si sforza di speperché gli uomini preferiscono le tenebre alla luce, quando le loro opere sono malvagie. AI momento della Passione, quando Giuda esce dal Cenacolo per tradire Gesù, Giovanni nota intenzionalmente: "Era notte" (Gv. 13,30); e Gesù, al momento dell'arresto, dichiara: "E' l'ora vostra, è il potere delle tenebre" (Lc. 22,53). Per questo tutto ciò che è luce proviene da Lui. E tutto ciò che rimane estraneo a questa luce appartiene al domino delle tenebre, del male,della menzogna. Gli uosi dibattono tra questi due mondi: quello della luce e quello delle tenebre; e debbono scegliere. E tu?


Don Roberto Zambolin


Stampa Ritorna


Copyright © Il Mondo di Aquila e Priscilla By Salvo Massa
Torna ai contenuti