LETTURE PATRISTICHE - Tempo Ordinario
Dal «Discorso su sant'Agata» di san Metodio Siculo, vescovo
(Anal. Boll. 68, 76-78)
Donata a noi da Dio, sorgente stessa della bontà
La
commemorazione annuale di sant'Agata ci ha qui radunati perché
rendessimo onore a una martire, che è sì antica, ma anche di oggi.
Sembra infatti che anche oggi vinca il suo combattimento perché tutti i
giorni viene come coronata e decorata di manifestazioni della grazia
divina.
Sant'Agata è nata dal Verbo del Dio immortale e
dall'unico suo Figlio, morto come uomo per noi. Dice infatti san
Giovanni: «A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare
figli di Dio» (Gv 1, 12).
Agata, la nostra santa, che ci ha
invitati al religioso banchetto, è la sposa di Cristo. È la vergine che
ha imporporato le sue labbra del sangue dell'Agnello e ha nutrito il suo
spirito con la meditazione sulla morte del suo amante divino.
La
stola della santa porta i colori del sangue di Cristo, ma anche quelli
della verginità. Quella di sant'Agata, così, diviene una testimonianza
di una eloquenza inesauribile per tutte le generazioni seguenti.
Sant'Agata
è veramente buona, perché essendo di Dio, si trova dalla parte del suo
Sposo per renderci partecipi di quel bene, di cui il suo nome porta il
valore e il significato: Agata (cioè buona) a noi data in dono dalla
stessa sorgente della bontà, Dio.
Infatti cos'è più benefico del
sommo bene? E chi potrebbe trovare qualcosa degno di esser maggiormente
celebrato con lodi del bene? Ora Agata significa «Buona». La sua bontà
corrisponde così bene al nome e alla realtà. Agata, che per le sue
magnifiche gesta porta un glorioso nome e nello stesso nome ci fa vedere
le gloriose gesta da lei compiute. Agata, ci attrae persino con il
proprio nome, perché tutti volentieri le vadano incontro ed è di
insegnamento con il suo esempio, perché tutti, senza sosta, gareggino
fra di loro per conseguire il vero bene, che è Dio solo.