COME DIVENTARE SANTI
SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI
(Ap.7,2-4.9-14; sal.23;1Gv.3,1-3;Mt.5,1-12a)
31°Domenica del Tempo Ordinario
COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
(Giobbe 19,1.23-27°;sal.26;Rm.8,14-23;Mt.25,31-46…e altri testi)
Le due solennità ci richiamano, con una particolare attenzione, a ciò che sarà la meta della nostra vita, la destinazione del nostro pellegrinaggio terreno: l’incontro con il Dio Amore che non conosce tramonto. I santi che noi onoriamo sono coloro che hanno vissuto la vita qui in terra,come noi, ma con lo sguardo rivolto alla venuta di questo appuntamento e hanno cercato di portare un po’ di santità alla quale aspiravano, nel mondo, nell’ambiente in cui vivevano, nella loro storia. Non erano gia santi, sono diventati santi! Sono donne e uomini che hanno vissuto la nostra stessa esperienza di limitatezza, di sofferenza, di solitudine; che hanno però perseverato nella fede, hanno camminato nell’amore, sorretti sempre dalla speranza. “ Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello” (Ap. 7,14) Che cosa significa questo? Che hanno imitato Gesù, l’agnello di Dio che ha dato la vita per amore, fino a consumarla per il bene dell’umanità. Per questo possiamo dire che i santi, sono dei grandi benefattori dell’umanità: con la loro parola spesso di denuncia e di dura condanna di certi sistemi di vita, oppure con la loro mitezza o con una profonda vita contemplativa, oppure trascinando altri con la loro carità fuori dal comune, hanno contribuito a trasformare il mondo, lasciando una impronta che tuttora viene ricordata e, da molti, imitata. Insomma i santi sono coloro che non solo sono figli di Dio per grazia, come tutti lo siamo in Cristo Gesù, (1Gv.3,1) ma si sono anche comportati da figli! I santi sono coloro che hanno saputo, ad imitazione di Gesù, dire un SI’ pieno al dono della vita! .Accogliendola dalle mani del Padre come possibilità di amare, come dono aperto; per questo passano in mezzo al mondo facendo del bene; per questo distruggono il male che incontrano e quando si scontrano con il male non diventano cattivi, al contrario sono capaci di trasformare il male che ricevono in perdono, in misericordia, in fraternità; e sono capaci di custodire la speranza sempre, nei momenti tranquilli della vita ma anche nei momenti tempestosi, e sanno indicare sempre nuove strade per lo sviluppo della vita, della riconciliazione, della pace, del futuro dignitoso per tutti. Non è azzardato dire che sono i santi che tengono in piedi il mondo. Forse oggi abbiamo ancora tanti cristiani, qui da noi, ma mancano cristiani santi! Spesso abbiamo credenti mediocri, al punto tale da vendere la loro figliolanza con il Padre, per un piatto di lenticchie mondane! Infatti, solo se si è un po’ santi, si riescono a capire…i santi. Per conoscere e vedere l’amore bisogna essere innamorati, altrimenti uno l’amore lo può studiare sui libri, ma non lo vede, non lo capisce, bisogna che ce l’abbia dentro. Deve essere innamorato lui per vedere l’amore. Per apprezzare la giustizia, bisogna che uno sia giusto, altrimenti non la conosce, la giustizia. Per vedere il Figlio di Dio, bisogna che uno viva da Figlio di Dio, che sia simile a lui, che abbia imparato a camminare e a ragionare secondo la Sua logica. E quale è la logica? E’ quella delle beatitudini. Proviamo a metterle insieme e vedere che cosa ne esce: i poveri di spirito, coloro che vivono pienamente abbandonati a Lui, in tutto; i miti, gli affamati e gli assetati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, i perseguitati perché fanno il bene, che sopportano le croci per vivere il Vangelo costi quello che costi. Che cosa emerge da questo quadro, da questo sile di vita? E’ il volto di Gesù e dei suoi discepoli, i santi! Carissimi: bisogna che Cristo si possa vedere attraverso di noi, bisogna che l’amore di Cristo si possa toccare attraverso di noi. Che Cristo ci abbia amato 2000 anni fa non è abbastanza, bisogna che quell’ amore sia attuale, operi oggi, raggiunga oggi il cuore talora solo e povero degli uomini, contagi la società stanca e malata in cui noi ci troviamo. Molti nostri cari defunti sono vissuti così e per questo diciamo: “ ‘è stata una santa, un santo”; accanto a loro abbiamo infatti respirato il buon profumo di Cristo. E’ per questo che la Chiesa ci invita a non disperare nella morte: Cristo morto e risorto ha illuminato tante vite, è stata la forza di tanti credenti che uniti a Lui hanno affrontato tribolazioni, sacrifici e dolori di ogni genere. Ora sono trasformati da quell’ Amore per il quale hanno vissuto, e che tanta luminosità ha irradiato attorno a noi.