Che fine ha fatto la tua anima?
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario anno C
(Mal. 3,19-20a; sal. 97; 2Ts.3,7-12; Lc. 21,5-19)
La Parola di Dio di questa domenica affonda le sue radici in quello che viene chiamato il “clima apocalittico” presente al tempo di Gesù. L’ambiente sociale non sereno, la situazione politica piena di conflitti e di violenze, i profeti di sventura che si moltiplicavano, seminando paura e ansia circa le sorti del futuro, anziché speranza e fiducia; le critiche verso le persone, spesso incoerenti e corrotte, investite del potere; l’incertezza esistenziale dovuta alla scarsa tutela dei poveri e alle ingiustizie; la vita religiosa strettamente controllata da farisei, sadducei, sacerdoti e scribi che l'avevano ridotta ad uno sterile culto svuotato della vera dimensione spirituale e di ogni rapporto con la vita di tutti i giorni: in tutto questo marasma languiva la speranza e, soprattutto la speranza di incontrare qualcuno che indicasse la strada della dignità, della vita, della ripresa, del riscatto civile, morale, politico e religioso. La strada della salvezza di un popolo intero. Solo gli anawim, i poveri di Dio, i poveri in spirito, quelli delle Beatitudini, semplici, puri e miti, la coltivavano, con discrezione e paura, nel segreto del loro cuore. La letteratura, fiorita in tale contesto, è ricca di narrazioni infarcite di rivelazioni oscure, riguardanti la fine del mondo e le realtà ultime della nostra vita. Venendo meno la fede in Jahweh il popolo finiva inesorabilmente con il credere a tutto. Gli imbonitori sparavano le panzane più inverosimili; i furbacchioni campavano ad ufo sulle spalle degli ingenui; i rappresentanti della religione ufficiale, non riuscendo ad essere credibili ed ad ingenerare delle sicurezze con la trasparenza del loro comportamento, cercavano di tranquillizzare i credenti elogiando la grandezza e la magnificenza del Tempio costruito da quel pazzo scatenato di Erode il Grande impiegando centomila operai ed oltre mille sacerdoti per anni. Ai puri di cuore, i furbi e i potenti, davano il contentino dell’estasi e della ammirazione per le belle pietre, sottolineavano la grandezza e la gloria delle cose fatte, riuscendo così a calmare le loro paure. E' in questo atteggiamento di acritica contemplazione che vengono sorpresi da Gesù, che li scuote con parole brucianti: non resterà pietra su pietra, tutto sarà spazzato via. Tutto ciò che, imbambolati guardano, sarà polvere che il vento del deserto disperderà tra le pietraie del deserto di Giuda. Queste parole di Gesù, riprese dal Vangelo di oggi suscitano un grande scandalo, e una incontenibile rabbia invade l'animo di tutti. Per loro, infatti, la distruzione del Tempio significava la fine del mondo. E chi era mai quello pseudo rabbino da strapazzo che osava dire una tale scemenza? Era uno che non aveva paura. Anzi continua imperterrito a essere e proclamarsi “Via, verità e vita” Non era nelle cose che dovevano cercare speranza. Non dovevano lasciarsi prendere per il naso. Lui era più grande delle sollevazioni popolari, delle rivoluzioni, delle persecuzioni, dei re e dei governatori, dei tribunali e dei tradimenti delle persone più care. E' nella sua Persona che dovevano credere e perseverare nella fede. Con queste parole Gesù firma la sua condanna a morte. Giuda stesso, vince le sue ultime esitazioni ed affretta i suoi passi verso il tradimento: anche per lui questo messaggio diventa impossibile da accettare e poi c’era di mezzo la possibilità di guadagnarsi dei bei soldini….tradendo. Non importa se si tradisce l’amico. Importano i soldi! La situazione descritta dal brano evangelico calza a pennello ai nostri giorni. Anche noi, oggi, respiriamo un'atmosfera apocalittica. I recenti sconquassi finanziari, le tumultuose immigrazioni, l'inquinamento senza controllo, gli scandali morali di chi ci governa e di chi dovrebbe orientare al bene comune, la corruzione generale, la violenza non più rara dentro le mura domestiche, e non raramente anche le guide spirituali indegne, gettano molti nello sconforto. Anche oggi i furbi si fanno mantenere a sbafo attraverso pensioni di invalidità fasulle, privilegi iniqui, raccomandazioni mafiose, corteggiamenti interessati. Molti cercano protezione e sicurezza all'ombra della tecnologia, nei progressi della scienza (che comunque non salva il cuore dell’uomo, né la totalità della persona umana e soprattutto non ci salva dalla morte), negli oroscopi, nelle parole spesso intrise di scemenze e piene di interesse dei cartomanti o dei maghi, o in spiritualismi strani. Tutto questo non ci aiuta ad affrontare e capire la vita, ma invece serve a scappare dalla vita, dai veri problemi, dalla verità della persona umana.. Come credenti siamo chiamati a perseverare nella fede in Gesù, a non correre dietro al primo venditore di fumo o all'ultima presunta apparizione Non dobbiamo avere paura, certi della promessa di Gesù, che "nemmeno un capello del vostro capo perirà". Il cristiano sa di vivere sempre in una tensione dolorosa, tra carne e spirito, tra mondo e Dio, come sospeso tra terra e cielo. In questa tensione sono spesso coinvolti i suoi affetti più cari, i suoi interessi più profondi. Non dobbiamo meravigliarci. La Parola del Signore ci fa da guida, da discernimento, da orientamento per la nostra vita. Quello che conta è non avere paura di affermare la nostra adesione incondizionata a Gesù, e rimanerGli fedele fino alla fine.."Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime". Bella affermazione. Ma per noi che cosa comporta avere un'anima? In mano di chi sta, per ora, la nostra anima?