LA FEDE IN GESU' CRISTO
GESU' DIVINO RIVELATORE
I segni del soprannaturale
Se Gesù credeva di essere il Figlio di Dio, non è detto con ciò che lo fosse realmente. Come sapere se questa sua convinzione, peraltro così singolare, corrisponde a verità? E quanto vedremo di chiarire nelle prossime pagine.però di entrare nei dettagli, vorremmo fare un discorso « per assurdo »; esaminare cioè l'ipotesi contraria, e supporre che Gesù non fosse chi credeva di essere. In tal caso, la sua pretesa divinità sarebbe stata effetto di uno squilibrio mentale. Va infatti esclusa l'ipotesi della frode, perché tale pretesa a nulla gli giovò, anzi lo portò alla morte.
Un caso di follia?
A dire il vero, nulla lascia credere che Gesù fosse un pazzo, né il suo pensiero, né il suo modo di agire.
Quanto al modo di agire, noteremo che prima della vita pubblica non appare diverso da un qualsiasi artigiano del suo paese, donde la sorpresa dei suoi concittadini quando manifesta la sua « sapienza » e i suoi « prodigi » (Mc 6,1-3 e par.).la vita pubblica, poi, egli si mostra alieno dalle asprezze ascetiche di Giovanni Battista e dei suoi discepoli (Mt 11,18-19; Mc 2,18-20 e par.): accetta inviti a pranzo, presenzia a matrimoni, vive insomma una vita di relazione simile a quella di tutti gli altri.suo modo di parlare, ricco di « espressioni brevi, frizzanti... tinte di ironia e paradosso... ha una fisionomia inconfondibile », e rivela « una mente poetica e ricca d'immaginazione », che sa cogliere « l'incanto della natura, il legame tra essa e l'uomo e la presenza del Creatore ». . Dotato di una forza dialettica capace di mettere in serio imbarazzo gli avversari, ama esprimersi « per mezzo di immagini concrete che preferisce alle affermazioni generiche o astratte », ed è maestro nel creare similitudini e parabole. Da esse emerge il suo solido buon senso, spesso condito con « un pizzico di umorismo ».
La sua predilezione per i bambini e per i poveri, la sua misericordia per i peccatori, rivelano in lui una personalità profondamente umana, aliena da ogni fanatismo, piena di comprensione per tutti e per ogni aspetto della vita. In una parola, non sembra affatto un esaltato o un megalomane, ché anzi, la mie l'umiltà sono tratti tipici del suo carattere.serena, cosciente e mite accettazione della morte, più volte prevista (Mc 8,31 e par.; 9,31 e par.; 10,33ss e par.), manifesta poi una serenità di spirito e una forza morale superiori, non certo tipiche di uno psicopatico. Come ha potuto dunque un uomo simile convincersi di essere il Figlio di Dio?
Se poi consideriamo il suo messaggio, un messaggio che ha saputo confortare, illuminare e guidare tanti uomini di ogni tempo, luogo e cultura, è davvero incredibile che sia uscito dalmente di un pazzo.
Esso ci colpisce per la sua profondità e altezza morale. Elimina infatti ogni barriera razziale, proclama la vocazione di tutti gli uomini alla salvezza, pone al centro del nostro rapporto con Dio non gli atti esterni, ma il cuore. Supera così non solo la precettistica giudaica, ma l'universale tendenza al formalismo, facendo dell'amore di Dio la suprema legge di vita, e dell'amore del prossimo un atto di valore religioso., questo predicatore dell'amore, che per amore visse e morì, come poteva essere uno schizofrenico? Se infatti è tipico della schizofrenia il ritenersi diversi da ciò che realmente si è è anche tipico di questa, come di ogni malattia mentale, la incapacità di amare . Non è quindi possibile che questo profeta dell'amore, questo « buon pastore » che seppe offrire « la vita per le pecore » (Gv 10,11), possa essere un pazzo.se non lo è, dobbiamo prenderlo sul serio quando pretende di non essere un comune mortale.