« Io ti potrei dire ancora il luogo dove il beato Policarpo era solito riposare per parlarci, e come esordiva, e come entrava in argomento; quale vita conduceva, quale era l'aspetto della sua persona; i discorsi che teneva al popolo; come ci discorreva degl'intimi rapporti da lui avuti con Giovanni e con gli altri che avevano visto il Signore, dei quali rammentava le parole e le cose da loro udite intorno al Signore, ai Suoi miracoli, alla sua dottrina. Tutto ciò Policarpo l'aveva appreso proprio da testimoni oculari del Verbo della Vita, e lo annunziava in piena armonia con le Sacre Scritture. Queste cose, che allora, per dono della divina misericordia, attentamente ascoltai, le conservo nella memoria; non già sulla carta, ma nell'intimo del cuore e, grazie a Dio, assiduamente e amorosamente le ripenso ». ... Così dice Ireneo [nella lettera a Florino].

(EUSEBIO DI CESAREA, Storia Ecclesiastica, lib. V, c. 20, nn. 6-7, p. 366).