Si hanno di Papia cinque libri dal titolo Spiegazione delle sentenze del Signore. Ireneo ne fa menzione, e la ricorda come opera unica di Papia... Papia, però, nel proemio della sua opera, non si presenta come uno che abbia udito e veduto i santi Apostoli, ma dice d'aver ricevuto i rudimenti della fede da altri che li avevano conosciuti.
Ecco come si esprime:
« Non esito ad aggiungere ciò che ho appreso bene dai presbiteri e ho conservato nella memoria, a conferma delle mie notizie. Io non mi sono dilettato, come i più, a udire parlatori fecondi, ma maestri veritieri; non sono andato in cerca di novatori di idee peregrine, ma del divino codice della fede promulgato dalla Verità stessa. Se m'imbattevo in chi avesse avuto consuetudine coi presbiteri, cercavo di conoscere le loro sentenze, ciò che avevano detto Andrea o Pietro o Filippo o Giacomo o Giovanni o Matteo o qualche altro dei Discepoli del Signore. Io ero persuaso che il profitto tratto dalle letture non poteva stare a confronto con quello che ottenevo dalla parola viva e sonante ».
(EUSEBIO DI CESAREA, Storia Ecclesiastica, lib. III, c. 39, nn. 1-4; Salani, Firenze 1943, vol. I, pp. 224-225).