LETTURE PATRISTICHE - Tempo di Quaresima
Dalle "omelie" di san Basilio
Magno, vescovo
Chi si gloria, si glori nel Signore
Il sapiente non si glori della sua sapienza,
né il forte della sua forza, né il ricco delle sue ricchezze (cfr. Ger 9,
22-23). Ma allora qual è la vera gloria, e in che cosa è grande l'uomo? Dice
la Scritura: In questo si glori colui che si gloria: se conosce e capisce che io
sono il Signore. La grandezza dell'uomo, la sua gloria e la sua maestà
consistono nel conoscere ciò che è veramente grande, nell'attaccarsi ad esso e
nel chiedere la gloria dal Signore della gloria. Dice infatti l'Apostolo: « Chi
si vanta si vanti nel Signore » e lo dice nel seguente contesto: Cristo è
stato costituito da Dio « per noi sapienza, giustizia, santificazione e
redenzione, perché come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore» (1 Cor
1, 31). Il perfetto e pieno gloriarsi in Dio, si verifica quando uno non si
esalta per la sua giustizia, ma sa di essere destituito della vera giustizia e
comprende di essere stato giustificato nella sola fede in Cristo. E proprio in
questo si gloria Paolo, il quale disprezza la propria giustizia, e cerca quella
che viene da Dio per mezzo di Gesù Cristo cioè la giustizia nella fede.
Conosce lui e la potenza della sua risurrezione, partecipa alle sue sofferenze,
è reso conforme alla morte di lui per arrivare in quanto possibile alla
risurrezione dai morti. Cade ogni alterigia e ogni superbia. Niente ti è
rimasto su cui poterti gloriare, o uomo, poiché la tua gloria e la tua speranza
sono situate in lui, perché sia mortificato tutto quello che è tuo e tu possa
ricercare la vita futura in Cristo. Abbiamo già le primizie di quella vita, ci
troviamo già in essa e viviamo ormai del tutto nella grazia e nel dono di Dio.
Dio è lui che suscita in noi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli
disegni (cfr. Fil 2, 13). E' ancora Dio che, per mezzo del suo Spirito, rivela
la sua sapienza destinata alla nostra gloria. Dio ci dà la forza e il vigore
nelle fatiche. « Ho faticato più di tutti loro » dice Paolo: « non io però,
ma la grazia di Dio che è con me » (1 Cor 15, 10). Dio scampa dai pericoli al
di là di ogni speranza umana. Soggiunge infatti l'apostolo: « Abbiamo
addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre
fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. Da quella morte però
egli ci ha liberato e ci libererà per la speranza che abbiamo riposto in lui,
che ci libererà ancora » (2 Cor 1, 10).